Esperti nucleari come bersagli

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Ogni volta Teheran ha accusato Israele e l’Occidente di esserne responsabili. L’ultima vittima prima di ieri era stata Daryoush Rezaie, 35 anni, docente universitario con legami con l’agenzia atomica iraniana, assassinato il 23 luglio scorso a Teheran da sconosciuti in motocicletta che gli spararono davanti a casa, ferendone la moglie. Il 29 novembre 2010 le auto di due responsabili del programma nucleare iraniano, Majid Shahriari e Ferydoun Abbassi Davani, saltarono in aria per l’esplosione di ordigni piazzati da motociclisti mai identificati. Shahriari, responsabile del progetto sui reattori nucleari, morì. Abbassi Davani fu solo leggermente ferito e da febbraio è il direttore dell’Agenzia atomica iraniana. Diverso il caso di Masoud Ali Mohammadi, ucciso il 12 gennaio 2010 dall’esplosione di una moto-bomba telecomandata presso casa sua a Tehran: non pare che avesse alcuna parte nel programma atomico, mentre aveva preso posizione pubblica per Mir Hossein Mousavi, candidato dell’opposizione nelle elezioni di sei mesi prima.


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EGITTO. Non è stata la «manifestazione del milione» annunciata nei giorni scorsi ma in ogni caso erano in parecchie migliaia gli egiziani riuniti ieri al Kobri Gamaa, davanti all’edificio che ospita l’ambasciata israeliana, a chiedere l’espulsione del rappresentante diplomatico dello Stato ebraico in Egitto.

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