Fiat, partono gli scioperi Fiom Landini: pronti i ricorsi sulle Rsa

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TORINO – Da ieri gli 86 mila lavoratori italiani del gruppo Fiat hanno ufficialmente un nuovo contratto di lavoro. Diventerà  pienamente operativo soltanto con la graduale riapertura delle fabbriche, ma la Fiom-Cgil non perde tempo e rilancia la sua lotta contro l’accordo sin dal primo giorno dell’anno. Lo fa attraverso un pacchetto di iniziative: quattro ore di sciopero per assemblee nei vari stabilimenti, una manifestazione nazionale l’11 febbraio a Roma e poi i ricorsi che, annuncia il segretario Maurizio Landini, «sono già  pronti». Dal 9 gennaio le tute blu della Cgil incroceranno le braccia per quattro ore, in base a un calendario che tocca tutte le fabbriche del gruppo automobilistico. Nel mirino della Fiom c’è l’uscita di Fiat dal contratto nazionale dei metalmeccanici, avvenuta grazie all’intesa aziendale raggiunta con Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl, Fismic e Associazione quadri il 13 dicembre. Ma l’organizzazione guidata da Landini se la prende anche l’accordo separato siglato da Federmeccanica e dai sindacati del “sì” che vale per tutto l’indotto auto. La Fiom, però, contrasterà  l’applicazione del nuovo contratto anche in un altro modo: «Prima delle feste e della chiusura delle fabbriche per cassa integrazione, in alcuni stabilimenti abbiamo già  proceduto alla nomina delle Rsa, votate dai lavoratori», racconta Landini. Perché in base alle nuove regole aziendali in vigore da ieri i lavoratori della Fiat sono rappresentati da delegati nominati dai sindacati firmatari (le Rsa) e non più dalle Rsu, che invece venivano elette. Un meccanismo che di fatto esclude la sigla dalla Cgil dalla fabbrica. Ma, dice il leader della Fiom, «se l’azienda non riconoscerà  le nostre Rsa adiremo anche le vie legali». Del resto, ricorda Landini, «la Fiat è stata già  condannata per condotta antisindacale dal tribunale di Torino proprio perché esclude un sindacato dalla rappresentanza. E poi sulle prime 800 assunzioni di Pomigliano non c’è un iscritto alla Fiom: siamo di fronte a una discriminazione». Un’azione provocatoria, per denunciare quello che il responsabile nazionale auto della Fiom, Giorgio Airaudo, definisce «un vulnus legislativo causato dal fatto che Fiat sta forzando la legge e sta limitando le libertà  sindacali dei suoi lavoratori». A Torino, per esempio, le Rsa sono già  state nominate. Ma la sigla della Cgil farà  di più: «Stiamo raccogliendo le firme per una consultazione sul contratto aziendale da eseguire in tutte le fabbriche. Siamo già  arrivati a oltre 10 mila adesioni», dice Airaudo. Che ricorda: «Tutto ciò non ha nulla a che fare col futuro della Fiat, che continua a non spiegare, per esempio, quando i lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori rientreranno al lavoro. Ci sono aziende dell’indotto come la Lear di Grugliasco che a causa di questa incertezza rischiano di chiudere». Ma Maurizio Landini è pronto ad allargare il campo di battaglia oltre la Fiat: «Il governo – dice il segretario generale della Fiom – deve intervenire perché siano garantiti gli investimenti e le libertà  sindacali». E per questo chiede di «cancellare l’articolo 9 della manovra sulle deroghe dei contratti aziendali agli accordi nazionali» e «di modificare l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, che disciplina la costituzione delle Rsa per le organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti». E ancor prima, «di arrivare a una vera legge sulla rappresentanza».


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