Fincantieri, dopo le proteste il governo convoca i sindacati

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GENOVA – Sette ore di blocco dell’aeroporto di Genova, dopo tre settimane di presidio ai cancelli e di occupazione degli stabilimenti di Sestri Ponente. Palermo paralizzata dal blocco della circonvallazione, per il secondo giorno consecutivo. Tensione ad Ancona. La giornata di conflittualità  comunque è servita ad ottenere ciò che gli operai Fincantieri chiedevano da tempo: un incontro con il ministro dello Sviluppo Economico.
Corrado Passera ha convocato le organizzazioni sindacali per martedì. In quella sede si potrà  capire il futuro della Fincantieri, degli stabilimenti di Genova, Palermo, Ancona e Castellamare. 
Il comunicato dell’incontro è arrivato dopo le 16, peraltro attraverso le agenzie di stampa. Il ministero sostiene che il fax sia partito martedì, mentre i sindacati e la stessa Prefettura di Genova avrebbero ricevuto la convocazione solo dopo le proteste. Un giallo che ha scatenato le critiche di Cisl e Uil contro la Cgil, accusata di strumentalizzare la vertenza. Un ulteriore strappo tra i sindacati di categoria, soprattutto da quando Fim e Uilm hanno siglato l’accordo con Fincantieri che prevede due anni di cassa integrazione per tutti i 750 dipendenti di Sestri. 
La giornata di tensione, ieri, è iniziata con l’occupazione da parte di 200 operai del “Cristoforo Colombo” di Genova. Le maestranze, che a marzo resteranno senza navi da costruire, hanno bloccato gli accessi agli imbarchi, con centinaia di passeggeri (tra cui molti bambini ed anziani) altrettanto esasperati per sei voli, nazionali e internazionali, decollati vuoti o dirottati in altri aeroporti. La preoccupazione della Fincantieri, colpita dai tagli e dalla cassa integrazione, si è fatta sentire anche a Palermo: per ore centinaia di lavoratori hanno bloccato viale della Regione Siciliana, tagliando in due la città . Tensione anche ad Ancona, qui una delegazione di lavoratori è stata ricevuta in Prefettura. Tregua oggi e lunedì. Gli operai tornano in cantiere per organizzare bus con destinazione Roma, martedì. Non è ancora chiaro se riprenderanno la produzione: a Genova è bloccata la costruzione della nave Oceania, a Palermo la riparazione di altre due motonavi. I committenti minacciano il ricorso alle vie legali per il risarcimento dei danni.


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Finito lo sciopero della fame, futuro ancora incerto

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VENEZIA – Dopo il sedicesimo giorno di sciopero della fame, ieri i nove cassintegrati della Vinyls di Porto Marghera hanno deciso di interrompere la protesta e assumere cibo e bevande. Per 15 giorni i lavoratori sono stati assistiti dai volontari del poliambulatorio Emergency di Marghera, nutrendosi solo di acqua e di un cappuccino al giorno su prescrizione dei medici; ma la mancanza di proteine e carboidrati e l’arrivo delle prime temperature estive stavano per tradursi in sintomi letali per l’organismo. Abbassamento della pressione e danni permanenti ai reni, sono le prime conseguenze che hanno spinto i cassintegrati a fare marcia indietro.

NON È UN GIOCO A SOMMA ZERO

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È stato un anno di grande angoscia. Non solo perché abbiamo visto in faccia due potenziali apocalissi, ma anche perché sembrano in rotta di collisione l’una con l’altra. L’ha notato la scrittrice Sarah Dunant su Bbc News: ci è stato detto che lo sviluppo si deve fermare per salvare il pianeta, esausto dal suo sfruttamento; e ci è stato detto che solo lo sviluppo può salvare il nostro benessere, oberato dai debiti.

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