Flc-Cgil: concorsi per 50 mila ricercatori

by Editore | 31 Gennaio 2012 9:43

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Cinquantamila concorsi per i ricercatori universitari entro il 2018, rifinanziamento del diritto allo studio, ritiro dei tagli ai fondi di atenei. La Flc-Cgil chiede al governo Monti lo stanziamento straordinario di 2,5 miliardi di euro per l’università  e 1 miliardo per gli enti di ricerca. Il progetto è stato presentato ieri da Domenico Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, per affrontare la doppia emergenza che gli atenei affronteranno nei prossimi mesi. In primo luogo, c’è l’ingorgo prodotto dalla riforma Gelmini che ha messo nello stesso calderone i ricercatori strutturati (24.939) e quelli precari (25.204). La legge crea le condizioni per una «guerra» tra ricercatori e precari che si contenderanno un posto da professore. Poi c’è il blocco delle assunzioni che, insieme al ritardo dell’approvazione del decreto sull’abilitazione nazionale alla prima e alla seconda fascia di insegnamento, rischia di espellere due generazioni di precari dall’università . Visto che i tempi dell’abilitazione si allungano olte misura, Flc propone di procedere immediatamente al reclutamento di 30 mila ricercatori a tempo determinato («di tipo B», la famosa tenure track) e 20 mila nuovi professori associati. «In questo modo – spiega Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc – ci sarebbe un ricercatore ogni venti studenti, secondo quella che è la media Ocse e si risolverebbe l’assurdo prodotto da questa legge che crea due tipi di ricercatori precari: solo uno potrà  essere assunto». Il reclutamento straordinario, insieme alla cancellazione del taglio di 1,3 miliardi al fondo per gli atenei imposto dal governo Berlusconi e accettato da Monti, è necessario per invertire il calo dei docenti che passerà , entro il 2018, dagli attuali 62.700 a poco più di 44 mila, collocando il nostro paese agli ultimi posti tra i paesi avanzati. «Un solo dato può far capire il dramma che stiamo vivendo – aggiunge Pantaleo – in Germania solo i docenti sono all’incirca 170 mila. Se non invertiamo questa tendenza, l’università  tornerà  ad essere un’istituzione riservata a poche élite, com’era prima del 1968». Nel ventaglio delle proposte per «ricostruire l’Italia», Flc ha inserito una serie di misure che prevedono il rifinanziamento del diritto allo studio (oggi fermo a 98 milioni di euro, in Germania è a quota 1,4 miliardi), la scuola e gli enti di ricerca. «Per questi ultimi – continua Pantaleo – riteniamo indispensabile un miliardo di euro che servirà  ad incrementare il loro fondo annuale e anche a stabilizzare i precari». Fortemente contraria all’abolizione del valore legale del titolo di studio («scompone l’omogeneità  del sistema universitario e produrrebbe un sistema diviso tra chi ha risorse e chi non le ha»), Flc propone anche di «introdurre il meccanismo della chiamata diretta», un’idea che potrebbe rivoluzionare il sistema dei concorsi. «Il governo Monti – conclude Pantaleo – ha un’attitudine ad ascoltare, ma non a confrontarsi. Francamente non vedo un’inversione di tendenza rispetto a quello precedente».

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