I soldi dalle Asl? Attese fino a 4 anni E intanto le banche non fanno prestiti

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E nel frattempo dunque rischiano la chiusura. I dati vengono da una ricerca della Cgia di Mestre, che riunisce gli artigiani e le piccole aziende, e si focalizza sul sistema sanitario, che deve alle imprese qualcosa come 40 miliardi di euro (mentre 70 miliardi è la cifra complessiva che il pubblico deve agli imprenditori per i lavori fatti o i servizi resi). 
I maggiori ritardi dalle Asl di Calabria e Campania, per le quali si devono mettere in preventivo oltre 1000 giorni (appunto quasi 3 anni) per veder saldate le fatture. E al contrario, gli usurai della camorra e della ‘ndrangheta hanno sempre soldi freschi: anche su questo si dovrebbe riflettere per comprendere l’importanza dei tempi di pagamento. Il fenomeno, inoltre, mette con le spalle al muro aziende e ditte fornitrici, talvolta con esiti tragici, come i suicidi di imprenditori rimasti con le casse vuote (ha lanciato l’allarme la nostra intervista sul tema al segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, pubblicata il 4 gennaio, ndr).
La peggiore in assoluto è l’Asl di Napoli 1 Centro: per pagare impiega 1.676 giorni, equivalenti a 4 anni e 6 mesi. In questa spiacevole classifica si piazzano subito dopo l’Asl San Sebastiano di Caserta, che onora i pagamenti dopo 1.414 giorni (poco più di tre anni e 9 mesi), mentre all’Asl provinciale di Crotone ne occorrono 1.335 (tre anni e 7 mesi). Ci sono poi almeno altre 8 aziende sanitarie, sempre tra Campania e Calabria, in cui i passano almeno mille giorni per il saldo. 
Scorrendo ancora la graduatoria troviamo altre amministrazioni negligenti: l’Ospedale Federico II di Napoli (1.321 giorni), l’Ospedale di Cosenza (1.257 giorni), l’Asl di Salerno (1.157 giorni), l’Azienda Ospedaliera Pugliese di Ciaccio-Catanzaro (1.038 giorni) e l’Asl di Cosenza (1.033 giorni). A livello regionale, la Calabria guida la classifica dei peggiori pagatori, con una media di attesa tra tutte le sue Als di 925 giorni, seguita dalla Campania (771) e ben distanziato dal Lazio (387). La migliore invece è il Trentino Alto Adige, con una media di 92 giorni.
Al contrario, sono solo due le Asl italiane su 286 (lo 0,7% del totale) che pagano le imprese fornitrici entro 60 giorni: sono quelle di Crema (46) e Mondovì (23). 
Ma c’è un altro settore che «tortura» le piccole imprese, ed è quello delle banche: i prestiti sono ridotti al lumicino a causa della crisi, e questo aggrava la situazione delle aziende. Anche in questo caso i dati vengono dalla Cgia di Mestre, attraverso un sondaggio della Swg. 
Un milione e mezzo di imprenditori – pari al 35% del totale delle imprese sotto i 50 dipendenti – denuncia di aver avuto forti difficoltà  di accesso al credito. Situazione più complessa per le aziende del Sud, per quelle di costruzioni e per chi sta aspettando fatture dalla Pubblica amministrazione con scadenza oltre i 60 giorni. I criteri applicati per la concessione dei crediti si sono irrigiditi secondo il 56% degli imprenditori. Quasi otto intervistati su 10 guardano con preoccupazione al rapporto con le banche e per il 58% nei prossimi mesi la situazione peggiorerà  ulteriormente.


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