La luce sempre accesa e telecamere 24 ore su 24: l’inferno in cella di Yulia

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MOSCA — È sempre più difficile sostenere che quella contro Yulia Tymoshenko non sia una persecuzione politica. Condannata, filmata contro il suo volere in carcere, trasferita in una colonia penale dove deve dormire con la luce accesa e sotto il costante controllo di una telecamera; privata, secondo i suoi avvocati, delle cure di cui avrebbe bisogno. Adesso il governo ucraino avrebbe deciso di prendersela pure con i suoi familiari, per aumentare la pressione sull’ex primo ministro. Ieri il governo della Repubblica Ceca ha concesso asilo politico al marito Oleksandr contro il quale sarebbe stato aperto un procedimento penale. Non è escluso che nel prossimo futuro anche la figlia Yevgheniya decida di riparare all’estero.
La concessione dell’asilo è stata resa nota dal ministero dell’Interno di Praga, lo stesso che un anno fa aveva accolto un altro transfuga del gruppo di Tymoshenko, Bohdan Danylyshin, che era stato ministro dell’Economia nel governo di Yulia. Per lui l’accusa era la stessa che ha portato alla condanna a sette anni dell’eroina della rivoluzione arancione del 2004: abuso di potere. Nel caso di Yulia, l’attuale presidente Viktor Yanukovich e, naturalmente, le corti sostengono che lei danneggiò il Paese quando firmò l’accordo sul gas con il premier russo Vladimir Putin.
Fin dall’inizio Stati Uniti e Unione Europea hanno parlato di procedimenti motivati politicamente. L’Ue ha bloccato il trattato di associazione al quale il presidente ucraino, in difficoltà  tra Mosca e Bruxelles, teneva molto.
Tymoshenko è stata condannata a ottobre, durante un processo che lei aveva contestato dall’inizio. Poi è stato respinto anche l’appello. Dapprima Yulia è rimasta rinchiusa in carcere, dove ha denunciato forti dolori alla schiena e macchie sulla pelle.
Le autorità  non hanno mai riconosciuto la sua infermità  e anzi, nel tentativo di dimostrare che sta benissimo, l’hanno fatta filmare mentre si trovava a letto in una cella nella quale era stata appena trasferita. Il filmato diffuso indugia anche sul bagno con la doccia e su altre suppellettili che dovrebbero far pensare a un trattamento di favore.
Ma Yulia in quella cella è rimasta poco. Di notte l’hanno prelevata alla vigilia delle feste di Capodanno e l’hanno trasportata in una colonia penale a Kharkiv, a 400 chilometri da Kiev. Lo scopo, secondo esponenti del partito di opposizione «Patria», è quello di rendere più difficile la mobilitazione dei sostenitori di Yulia.
Nella città  che si trova nell’Est dell’Ucraina è stato decretato il divieto di manifestare di fronte al carcere. All’interno Yulia è stata visitata da una commissione medica governativa che nega i suoi malanni e asserisce che la prigioniera può benissimo dormire con la luce accesa. Gli avvocati hanno chiesto l’intervento di sanitari internazionali e il Canada si è già  fatto avanti.
Contro Tymoshenko è stata aperta anche un’altra inchiesta penale, questa volta relativa a fatti di oltre 15 anni fa, quando lei si occupava di affari assieme al marito. E anche Oleksandr sarebbe indagato per la stessa vicenda. L’anno scorso, quando la Repubblica Ceca accolse l’ex ministro dell’Economia, Kiev per ritorsione espulse due diplomatici accusandoli di essere spie. Ora si attende la risposta di Yanukovich all’asilo concesso al marito di Yulia.


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