L’IMBROGLIO SULL’ACQUA
Dopo il premier ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa, è toccato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà affacciarsi nelle case degli italiani dal salotto di Bruno Vespa per annunciare il decreto prossimo venturo. Senza che a nessuno venisse in mente di chiedergli davvero conto di come ovviare al responso contrario dei referendum di giugno, l’autorevole rappresentante del governo ha elencato i settori da aprire al mercato: l’energia, le assicurazioni, i trasporti, le farmacie, i notai, l’acqua.
Ancora più chiaro è stato un altro sottosegretario. Sempre da uno schermo televisivo (la trasmissione Agorà di Rai3, questa volta) Gianfranco Polillo, delega all’Economia, dopo aver tentato l’ennesimo assalto a un altro baluardo dei diritti nel nostro Paese, l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ha definito senza mezzi termini il voto che ha portato alle urne 27 milioni di persone «un mezzo imbroglio», prima di raccontarci in cosa consisterà la riforma: «L’acqua è e rimane un bene pubblico, è il servizio di distribuzione che va liberalizzato». Insomma, sarà pure di tutti finché cade dal cielo e scorre per torrenti e fiumiciattoli, ma quando viene incanalata in tubi e rubinetti l’acqua va affidata al profitto privato. Poco male, pur essendo noi di tutt’altra opinione, se di mezzo non ci fosse stato un voto pesante che ha affermato con nettezza il contrario. Ma evidentemente quello della gestione degli acquedotti è un boccone troppo ghiotto per essere abbandonato alle decisioni popolari.
L’imbroglio è tutto qui, alla luce del sole e senza alcun retroscena. Inutile dire che va bloccato sul nascere.
Related Articles
Le Grandi opere che l’Italia non sa più costruire
Grandi opere. Il record dei 395 cantieri mai portati a termine. Dalla Salerno-Reggio al ponte sullo Stretto, tra tempi incerti e costi altissimi
Tempesta «Bernd», Germania devastata dall’alluvione, oltre 45 le vittime
Crisi climatica. Oltre 70 i dispersi, colpita la parte Ovest del paese, decine le città investite. Per i Verdi è «l’effetto diretto del cambiamento climatico». Le immagini lunari delle aree distrutte dalle frane, straripamento del bacino di una diga nel distretto di Oberberg con lo sfollamento di oltre mille residenti
Mani cinesi sull’energia europea L’eolico inglese al colosso nucleare
la società controllata dal governo di Pechino (11 impianti atomici pari al 55 per cento della quota di mercato) ha appena annunciato di aver rilevato dal gruppo francese Edf (lo stesso che in Italia possiede Edison) l’80 per cento di tre parchi eolici in Gran Bretagna