«In queste condizioni il carcere è tortura»

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Alla vigilia della ripresa in senato della discussione sul suo decreto, la ministra della Giustizia Paola Severino ha visitato il carcere fiorentino di Sollicciano, dove il 7 gennaio scorso si è ucciso un detenuto. «Quello che si deve fare in una proiezione futura – ha detto il ministro – è mettere insieme una serie di forme alternative alla detenzione. Che rendano effettivo il principio per cui la detenzione deve essere veramente l’ultima spiaggia, da attivare quando le altre strade non si possono più percorrere. Un rovesciamento di proporzioni: è normale la misura alternativa al carcere, il carcere deve rappresentare una misura eccezionale, che come tale deve essere espressamente motivata. Ciò non vuol dire dare la libertà  a tutti o negare le esigenze di difesa sociale, ma vuol dire riservare il carcere alle sole situazioni nelle quali le esigenze di difesa sociale prevalgono su quelle di un’alternativa alla carcerazione».
La situazione degli istituti italiani, intanto, è sempre più esplosiva. Ieri pomeriggio una cinquantina di detenuti hanno dato vita a una rivolta nel carcere di Bolzano. I detenuti avevano preso il controllo di un intero piano della casa circondariale di via Dante bruciando 6 celle. La situazione è poi tornata sotto controllo e 20 detenuti saranno presto trasferiti in altri istituti.


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