Ma l’inquinamento può anche causare il crac della Costa

Loading

GENOVA – Un disastro ambientale può trascinare sul fondo l’intera flotta di Costa Crociere. Perché la pollution, vale a dire la fuoriuscita di carburante con conseguente inquinamento delle acque e delle coste, può essere rimborsata fino al tetto massimo di un miliardo di dollari. Mentre per tutto il resto la copertura assicurativa è illimitata. Garantita da un complesso sistema di assicurazioni e ri-assicurazioni che passa attraverso grandi broker e club che radunano tutti gli armatori del mondo. D’altra parte, è del più grande “sinistro” (dal punto di vista della stazza della nave) che mai abbia toccato il trasporto mondiale di passeggeri che si sta parlando. Concordia, ammiraglia della flotta Costa, il cui capitale è interamente nelle mani della Carnival, è stata assicurata per 450 milioni di dollari attraverso un pool di assicuratori e ri-assicuratori individuata da uno dei grandi broker mondiali, la Aon, che da sempre segue il gruppo americano. «L’abitudine di assicurare la nave e poi di ri-assicurarla è una tradizione nel mondo dello shipping – spiega Claudio Ades, presidente del gruppo Willis Italia, braccio nazionale del colosso Willis, uno dei massimi esperti del settore del brokeraggio – Ma al di là  della consuetudine c’è anche l’obiettivo di suddividere maggiormente il rischio fra più soggetti». La copertura assicurativa è però legata soltanto al corpo della nave (scafo, macchina e rimozione del relitto), mentre per tutto il resto subentra il “P&I”, club formato da proprietari di navi e armatori (undici in tutto il mondo) che versano ogni anno delle quote in un fondo sulla base del tonnellaggio delle loro navi. È da quel fondo che si attinge quando si verifica un incidente e bisogna coprire i danni causati ai passeggeri, all’equipaggio, alle cose e all’ambiente. «La copertura è illimitata – prosegue Ades – con il solo limite per la pollution che arriva a un miliardo di dollari». Fondamentale, anche dal punto di vista assicurativo, diventa quindi capire che cosa accadrà  al relitto e soprattutto alle quasi tremila tonnellate di carburante chiuse al suo interno. A Genova, intanto, si è costituito il comitato dei naufraghi della Concordia (che riunisce 15 delle 18 sigle che rappresentano i consumatori) che, nel suo primo incontro, ha indicato in 80 milioni di euro il volume dei risarcimenti per i passeggeri. L’impressione è che Costa voglia chiudere rapidamente almeno questo versante e avrebbe già  iniziato a contattare alcuni passeggeri che nella tragedia hanno perso solo il bagaglio, oltre ovviamente ad aver subito un gravissimo stress emotivo, offrendo loro cifre a partire da 10mila euro.


Related Articles

L’appello della società  civile “Modificate il decreto sviluppo”

Loading

L'appello della società  civile "Modificate il decreto sviluppo"

Il documento sottoscritto da Legambiente punta il dito contro alcuni provvedimenti inseriti nel testo approvato alla Camera lo scorso 21 giugno. Il presidente dell’associazione: “Rischio aumento disordinato dell’abusivismo e del consumo di suolo”

Il Nord del mondo ancora non finanzia il Fondo globale per il clima

Loading

I paesi ricchi snobbano l’emergenza dei paesi poveri. E il piatto del Fondo globale piange. L’allarme lanciato da Oxfam: gli Stati uniti si defilano. E «dall’Italia nessun impegno»

Il carbone di Unicredit

Loading

In casa, UniCredit si tinge di retorica verde. In Slovenia invece contribuisce con milioni di euro alla costruzione di una centrale a carbone, a Sostanj. Ed è solo uno dei progetti di centrali a carbone che l’istituto di credito italiano contribuisce a finanziare.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment