Manovre Annullate il Divario Usa-Israele
Domani atterra in Israele il generale Martin Dempsey, uno dei più ascoltati consiglieri militari di Obama (l’unico presidente americano dell’ultimo trentennio che non sia mai venuto a Gerusalemme) e non vedrà solo colleghi: probabilmente andrà anche dal premier Benjamin Netanyahu. Per parlare meglio del piano d’attacco, già pronto, che gli israeliani metterebbero in calendario in primavera o subito dopo le elezioni americane di novembre.
Non saranno incontri piacevoli: all’ultimo minuto, il Pentagono ha annullato l’esercitazione missilistica congiuntaAustere Challenge, prevista per aprile.
Motivo: non si vuole provocare più di tanto Teheran, dopo le (timidissime) aperture e le evidenti fratture interne nel fumo della retorica antioccidentale. Il Wall Street Journal scrive che la Casa Bianca è quasi rassegnata a un blitz israeliano e ha già allertato, per esempio, i 15 mila americani rimasti in Iraq, possibile oggetto di rappresaglie sciite. Ancora si lavora per evitare che il Mossad faccia da sé, com’è stato probabilmente (lo rivela Time) nell’uccisione dell’ultimo scienziato nucleare iraniano.
Ci sono però divergenze strategiche fra Washington e Israele e da Gerusalemme non ne fanno mistero, parlando attraverso il vicepremier Moshe Yaalon di «delusione», criticando le «indecisioni» dell’amministrazione Usa e plaudendo invece il piglio di Francia e Gran Bretagna. In realtà , è stato il medesimo Netanyahu a dimostrare che a Teheran ci sono crepe, che l’economia vacilla: l’Iran ha minacciato i Paesi del Golfo, guai a chi rimpiazzerà il petrolio degli ayatollah con greggio comprato altrove. Prima delle esercitazioni, chissà che non sia meglio continuare con le sanzioni.
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