by Sergio Segio | 10 Gennaio 2012 8:14
NAPOLI. Trema ancora dalla paura, conserva i suoi tre denti rotti nella tasca dei pantaloni e di uscire dalla sua baracca non ne vuol sentir parlare. La vigilia dell’Epifania Outman Bujdga 42 anni non la scorderà più, visto che un gruppetto di italiani l’ha preso di mira e con calci e pugni l’ha ridotto uno straccio. Unica colpa dell’uomo marocchino essersi allontanato dal suo gruppo per andare a orinare in aperta campagna in quelle baraccopoli che ospitano i braccianti. Non è ancora chiaro se sia stata una punizione per averlo trovato con i pantaloni calati o solo l’escalation di violenza in un’area dove convivere è ancora più difficile. Il tutto è infatti accaduto a Santa Cecilia, una frazione di Eboli, dove il tasso di immigrazione è molto alto, visto che i campi richiamano centinaia di migranti costretti quasi sempre a lavorare in nero, per 3-4 euro all’ora. Qui nel 2009, sulla statale 18 venne sgomberato il campo fantasma che ospitava oltre mille marocchini vittime dei caporali, i ragazzi dalla paura scapparono nelle terre circostanti e l’allora ministro dell’interno Roberto Maroni ordinò la caccia all’uomo.
Molti braccianti scapparono, altrettanti tornarono, come a Rosarno, richiamati dalla necessità . Oggi i maghrebini sono ancora la forza lavoro che manda avanti l’economia nella Piana del Sele e negli ultimi tempi gli episodi di razzismo si sono fatti più frequenti. Risale solo al 7 dicembre il pestaggio di un altro straniero, E. A. 36 anni padre di due figli, residente, a Eboli accerchiato e picchiato con un bastone, pare senza motivo. «Anche Bujdga non aveva fatto nulla, non c’era nessuna ragione per ridurlo in quello staco» accusa Anselmo Botte, sindacalista della Cgil con alle spalle una vita spesa a battagliare per vedere riconosciuti i diritti degli immigrati nel salernitano. Per la Cgil è inaccettabile la ricostruzione secondo la quale il migrante sarebbe stato punito per aver orinato in strada: «Non siamo nel far west» dicono dall’organizzazione. Secondo Botte, infatti, Bujdga con un permesso di soggiorno regolare e anni di lavoro nella zona è stato picchiato solo perché straniero e si è trattato di un raid in piena regola, durante il quale oltre i denti rotti, l’uomo ha riportato diverse ecchimosi ed escoriazioni sul volto e su tutto il corpo, certificate dall’ospedale di Battipaglia. Inoltre pare che altri marocchini abbiano già riconosciuto l’uomo che per primo si è scagliato su Bujdga iniziando a malmenarlo con calci e pugni.
Sull’episodio è intervenuto anche il sindaco di Eboli, Martino Merlchionda, che oltre a condannare il pestaggio ha indetto per venerdì un’assemblea nell’area di Santa Cecilia convocando i comitati di quartiere e i rappresentanti dei migranti. Per il primo cittadino bisogna subito arginare e stigmatizzare le violenze in un’area dove la tolleranza appartiene è peculiarità della stragrande maggioranza degli abitanti. «Comprendo che l’alto tasso di stranieri sul territorio possa generare tensioni – ha detto Merlchionda – ma si tratta di uomini e donne arrivati nel nostro paese per lavorare onestamente. Non discuto che bisogna isolare quella esigua minoranza di migranti che delinquono, ma l’integrazione e la tolleranza sono dei principi basilari nella nostra comunità ». Botte da parte sua ha già avanzato alcune proposte all’amministrazione e intende presentarle all’assemblea. «Bisogna eliminare le tante baracche in cui sono costretti questi lavoratori – dice – C’è bisogno di una bonifica del territorio e di individuare i tanti italiani che affittano una stanza per 300 euro in abitazioni fatiscenti».
A dicembre un altro immigrato è stato picchiato senza motivo da sconcosciuti. La Cgil: «La vittima ha un regolare permesso di soggiorno, picchiato solo perché è uno straniero»
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