Milano, vigile travolto da Suv

by Editore | 13 Gennaio 2012 8:36

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MILANO – Di traffico si muore. E con l’auto si può uccidere. Ieri a Milano un vigile urbano è stato travolto da un Suv in via Varè. È morto pochi minuti dopo all’ospedale Niguarda. Il conducente della vettura è riuscito a scappare e in città  nella notte è iniziata la caccia all’automobilista pirata. L’ennesima tragedia che ha come protagonista un’automobile avviene il giorno dopo un altro drammatico incidente. L’altro ieri davanti a un asilo nel pavese un bambino è rimasto ucciso dopo essere stato investito del tutto involontariamente dal padre di un suo compagno che non è riuscito a vederlo perché era troppo basso e il parabrezza del suo Suv era troppo alto. I due fatti, molti diversi, hanno un unico denominatore comune: i famigerati gipponi che si muovono come bisonti su strade dove non riescono a convivere con gli altri. Inquinano, occupano uno spazio smodato, consumano e costano un occhio della testa, e quando impattano contro qualcuno o qualcosa sono micidiali.
La dinamica di quello che è successo in via Varè è ancora tutta da chiarire. Secondo le prime ricostruzioni il vigile, un uomo di 42 anni, era in servizio in bicicletta insieme a un collega. Stava controllando un camper nel parcheggio della stazione Bovisa forse abitato da Sinti a seguito di una segnalazione di un cittadino. Dal camper durante il controllo sarebbe uscito un uomo in stampella che è stato urtato dal Suv. Il vigile ha intimato l’alt alla vettura ma a quel punto il conducente del Bmw X5 ha pigiato sull’acceleratore e l’ha investito uscendo dal parcheggio a tutta velocità  e trascinandolo per un centinaio di metri sull’asfalto. «Forse i due automobilisti avevano qualcosa da nascondere», ha detto l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli. Sul posto è accorso anche il sindaco Giuliano Pisapia: «Sono senza parole. Voglio esprimere la mia vicinanza, quella della Giunta, di tutto il Consiglio comunale e della città  intera ai familiari della vittima». 
Al di là  della dinamica e qualunque sia il motivo all’origine del folle gesto la vicenda ha immediatamente avuto un effetto dirompente sulla città . Per Milano questa non è una settimana qualsiasi. Il traffico e le auto qui sono una questione politica fondamentale su cui si gioca il futuro della giunta Pisapia. Lunedì scatta la congestion charge che sostituisce il vecchio Ecopass dell’era Moratti. Per entrare in auto nel centro (Area C), dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 19,30, bisognerà  pagare 5 euro. Ecopass prevedeva un ticket di due euro solo per quei poveri automobilisti che non potevano permettersi di cambiare auto e comprarsi una vettura nuova e meno inquinante. Da lunedì invece tutti pagheranno tre euro in più perché usare la macchina nello specchio urbano più servito dai mezzi pubblici d’Italia è diventato un lusso. Per tutti, poveri e ricchi.
Gli unici che usufruiranno di privilegi, come se già  non ne avessero abbastanza, sono i residenti nel centro di Milano. Per loro sono previsti 40 ingressi gratuiti all’anno e poi pagheranno solo due euro, mentre i veicoli commerciali pagheranno tre euro. Eppure proprio gli abitanti di Zona 1 in questi giorni hanno scatenato un putiferio contro il sindaco Pisapia. Si sentono discriminati e deprivati del «diritto» di tornare comodamente in auto a parcheggiare nel box sotto casa senza dovere pagare un obolo al benessere della loro città  come fanno tutti gli altri. Avranno aria pulita e servizi pubblici più di chiunque altro, finanziati da chi paga più del doppio di loro, ma sbraitano contro la giunta e danno la sponda alla peggiore campagna populista della destra. Elemosinano sconticini e spingono per trattare e spuntare qualche altra agevolazione. Per fortuna Pisapia questa volta non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro.

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