Pasok in default, Sinistra democratica raccoglie le macerie

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I greci ora guardano ai tanti partiti di sinistra che si battono con coerenza contro le politiche del memorandum (l’intesa sottoscritta dal governo ellenico con Fmi e Commissione Ue) e della disoccupazione: il 92% risulta insoddisfatto dal governo del «tecnico» Papadimos, secondo l’ultimo sondaggio di Vprc per la rivista settimanale Epikaira, mentre a metà  novembre il 73% era a suo favore, sperando potesse aiutare a risolvere la crisi. L’83% crede che il paese stia seguendo la direzione sbagliata, il 45% vuole elezioni subito e il 34% che il governo resti in carica. 
I conservatori di Nuova democrazia di Samaras hanno il 30,50% nelle intenzioni di voto, mentre il Pasok di Papandreou, per la prima volta nella storia, crolla al quinto posto con il 12%. I «miglioristi» della Sinistra democratica di Fotis Kouvelis e dei fuoriusciti da Synaspismos arrivano al 13%, grazie alla fuga massiccia dei socialisti di nuova e vecchia data dal Pasok. Ex socialisti e imprenditori fanno la fila per un appuntamento con Kouvelis. I primi cercano posti nelle liste, vista la sempre più probabile possibilità  di elezioni anticipate, i secondi di garantire prestiti alle loro imprese una volta che la Sinistra democratica arrivi a un ipotetico governo «democratico» con il Pasok. Kouvelis è l’unico leader della sinistra che non esclude una collaborazione programmatica e post elettorale per un governo di coalizione con il partito di Papandreou, escludendo l’estrema destra di Laos. 
I comunisti ortodossi di Kke e la coalizione di sinistra Syriza arrivano tutti e due al 12,50% e i verdi al 3%. L’Arma dei cittadini dell’ex socialista Dimaras al 2,50%, mentre i partiti più piccoli si contengono il restante 8%. Complessivamente i cinque partiti di sinistra in coalizione arriverebbero al 43,50%. Se si presentassero uniti alle urne potrebbero dunque contare sul premio di maggioranza in parlamento. L’estrema destra di Laos retrocede al 6%, pagando un prezzo per la sua partecipazione al governo, mentre si rafforzano le organizzazioni dei neofascisti. I conservatori di Alleanza democratica di Mpakogianni-Mitsotaki restano inchiodati al 2,50%, vedendo svanire il sogno di prendere parte a un governo di coalizione neoliberale. I quattro partiti che sostengono il memorandum raggiungono «solo» il 51%, mentre gli astenuti, i voti nulli e bianchi sono il 33,90%. 
Il sondaggio mostra anche altri sorprendenti elementi. Il 46% dei partecipanti considera il moderato di sinistra Kouvelis il politico più «positivo», segue l’ex socialista e nemico accanito del memorandum Dimaras con 43%, Tsirpas di Syriza con 34% e solo al quattro posto con 24% si trova il leader di Nuova democrazia Samaras. Il leader dell’estrema destra di Laos arriva al 23%, superando di poco la segretaria del Kke Paparaga (20%), seguita da Mpakogianni-Mitsotaki. La popolarità  del presidente del Pasok e dell’Internazionale socialista Papandreou crolla al 9% delle preferenze, mentre la dinamica della crisi brucia uno dopo l’altro gli aspiranti delfini in vista dell’elezione del nuovo capo del Pasok a marzo. Papandreou, reduce dal presidium dell’Internazionale socialista in Costa Rica, ha visto «bruciare» il suo potente delfino ed ex ministro dell’Interno e attuale ministro dello Sviluppo Chrisochoidis, che ha confessato di aver votato il primo memorandum senza nemmeno leggerlo. Oggi tutti, compresi Merkel, Ue e Fmi, ammettono che il memorandum era sbagliato.


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