Politici, media. Non siamo più soli. NO F 35

by Editore | 4 Gennaio 2012 10:16

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Tra i politici il più critico è Di Pietro: «Gli F-35 sono gli aerei da guerra più cari del mondo. Costano così tanto che persino Israele, che della guerra deve preoccuparsi sul serio, ha sospeso l’ordinazione. A noi non servono a niente, ma ce li compriamo lo stesso. Ci compriamo anche una portaerei di stralusso, costo un miliardo e mezzo, più duecentomila euro per ogni giorno di navigazione e centomila per ogni giorno in porto. Poi ci sono dieci nuove fregate. Costo 10 miliardi di euro. Ma tutte quelle inutili armi non si possono toccare, ha detto il ministro, e si capisce perché: è stato lui a ordinarle, prima di diventare il primo militare ministro della Difesa dai tempi di Pietro Badoglio. Il presidente del consiglio Mario Monti ha oggi il dovere di imporre anche al ministro della Difesa e alla Forze armate uno stile un po’ più sobrio», conclude.

Applaudiamo Di Pietro anche se, purtroppo, la Repubblica ha avuto altri generali ministri della difesa.

Persino Raisi (Fli) che proviene da un parte da sempre vicino alla Forze Armate: «È giunto il momento di rompere un tabù, o almeno di rimetterlo in discussione: quello degli sperperi in spese militari legate ancora al vecchio schema degli anni della guerra fredda. Ad esempio, il recente acquisto dei 131 caccia F35, per un valore analogo a quello di una manovra finanziaria». Marino (Pd) non usa mezzo termini: «Si vogliono eliminare gli sprechi? Basterebbe un deciso taglio degli armamenti. Con quei soldi si potrebbero trovare fondi per il sostegno dei giovani precari oppure sostenere investimenti per la ricerca e l’innovazione». E Nichi Vendola (Sel), su Twitter: “Le Forze Armate sono sovradimensionate, costano troppo, ci sono troppi soldati e soprattutto troppi ufficiali e sottoufficiali: così più o meno il ministro Di Paola nel suo messaggio di fine anno. In tutto180 mila militari, spese record, sprechi, inefficienze, privilegi ingiustificati. Ridurre e modernizzare il personale? L’idea del ministro è questa, insieme salvando, ovviamente, i sistemi d’arma, gli F35, la missione in Afghanistan. Tagliare da una parte – se si taglierà  – per avere più risorse da destinare agli armamenti e alle missioni. Il rischio è questo. Da contrastare”. Infine Bonelli (Verdi): « perché l’Italia non può seguire l’esempio della Germania che anche nel 2010 ha ridotto le spese per gli armamenti di 10 miliardi di euro? È immorale che la super casta degli armamenti continui i suoi profitti come se niente fosse e che, mentre ai cittadini italiani vengono chiesti pesanti sacrifici, non paghi un centesimo con la manovra del governo Monti: chiediamo che ci sia subito un taglio di 15 miliardi di euro per la spesa per armamenti».

Ma la bordata vera l’hanno data i media. Mentana ha commentato in prima serata dopo un servizio di La 7 piuttosto neutrale che, in tempo di crisi,… “sommessamente lo pensiamo anche noi …val la pena pagare 2 miliardi di multa per uscire dalla commessa e salvarne 13”.

Non l’ha presa bene Dedalonews il magazine on line ad aggiornamento costante su aerospazio, difesa e sicurezza con il quale è in corso un braccio di ferro da diversi anni. Non hanno digerito l’uscita di Mentana e parlano di falso risparmio.

Lettera 43 diffonde uno studio della US Government accountability office (Gao) che corrisponde alla la nostra Corte dei Conti ove si sostiene che l’aereo “nasconde una serie infinità  di problemi. Si tratta di un flop: costato tre volte più del previsto, l’F-35 non ha ancora dimostrato di essere affidabile e per questo il Gao ha diffuso un documento (il secondo del 2011) per criticarne il programma di realizzazione. Oltre ai costi, il Gao si è detto preoccupato per i ritardi dei lavori e per l’incapacità  del velivolo di raggiungere i livelli richiesti a un apparecchio da combattimento.

E così il Canada, uno dei Paesi che partecipa al progetto (gli Usa sono impegnati con Lockheed Martin, l’Italia con Alenia Aeronautica) ha scelto di ritirarsi. Tra i problemi, c’è da risolvere l’innovativo sistema Stovl, (Short take off and vertical landing), ovvero, la capacità  di decollo verticale, di decollo e atterraggio su piste corte e sulle portaerei, e l’invisibilità  ai radar. E i collaudatori hanno riscontrato anomale vibrazioni del velivolo, tali da mettere a dura prova la resistenza dei piloti, tanto che dal 2007 sono state apportate circa 20 mila modifiche all’aereo.

Francesco Vignarca dalle colonne di Altreconomia ci ricorda che “Norvegia, Canada, Australia e Turchia hanno di recente messo in discussione la loro partecipazione al programma”. Altreconomia rivela che “è stato l’attuale ministro della Difesa Di Paola (allora Segretario generale per la Difesa e gli Armamenti) a firmare, con una cerimonia a Washington nel giugno 2002, il primo accordo da un miliardo di europer la partecipazione italiana al programma. La campagna “Taglia le ali alle armi” chiede un dibattito pubblico e in parlamento per fermare – senza ulteriori costi – un progetto problematico e mastodontico.

Il tutto accade all’indomani del convegno e della marcia di Pax Christi ove Unimondo ha allocato le 5 lettere cubitali NO F 35. Interessante è stato vedere come centinaia di pacifisti che hanno partecipato sia ai convegni che alla marcia ignorassero del tutto l’esistenza sia della campagna che della folle spesa. Le stesse lettere sono state posizionate il primo gennaio a Trento.

In serata, dopo la dichiarazione di Mentana che avremmo modo di ringraziare di persona, è stato un susseguirsi di telefonate, sms, post tra la nostra redazione ed Archivio disarmo, Rete Italiana per il Disarmo, la Fondazione di Veronesi, Pax Christi, Acli, Sbilanciamoci, Forum Pace, IxR ed altri. Abbiamo dato la news sul nostro profilo di facebook toccando il record dei “mi piace”. Insomma; se l’anno si vede dal mattino è proprio un buon anno. Buon 2012 Italia.

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