“Basta grandi navi sotto costa” Il ministero annuncia i divieti ecco le tredici rotte pericolose

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GENOVA – Regine del mare al largo delle isole, delle coste e delle città  d’arte. L’esigenza di far convivere un business come quello delle crociere (oggi messo a dura prova dalla tragedia della Costa Concordia) con la salvaguardia di un patrimonio ambientale e artistico unico al mondo imporrà  un colpo di freno alla “deregulation” delle rotte navali. Scatterà  a breve, infatti, la messa al bando delle grandi navi passeggeri dalle rotte considerate più a rischio, quelle cioè che corrono in prossimità  delle piccole isole italiane o addirittura all’interno di aree urbane, come nel caso della laguna di Venezia. Il provvedimento del governo dovrebbe essere imminente, come ha lasciato intendere ieri il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che non ha usato giri di parole per condannare «la gestione di queste grandi navi usate come vaporetti», rafforzando poi il serata il giudizio su Twitter («Pensiamo a percorsi alternativi nella laguna veneta»).
Già  prima del disastro dell’ammiraglia Costa, in verità , si avvertiva con forza l’esigenza di imporre nuovi limiti a una navigazione marittima sempre più piegata alle esigenze commerciali e di mercato delle grandi navi passeggeri. Atteggiamento comprensibile dal punto di vista economico, tenuto conto che nel Mediterraneo, la nuova Mecca delle crociere, sono confluite le principali compagnie armatoriali che si sfidano a colpi di navi sempre più grandi e di offerte sempre più basse. Ma altrettanto preoccupante, se si considera che, proprio in virtù delle cosiddette “rotte turistiche”, le grandi navi sono sempre più vicine alle coste italiane. Il dramma della Concordia imporrà  un provvedimento restrittivo delle rotte che riguarderà  l’intera Penisola, circondata da ottomila chilometri di coste. Dall’Adriatico al Tirreno le nuove rotte dovranno tenere conto di differenti parametri di distanza dalla costa mentre in alcuni casi si autorizzerà  la navigazione solo nei momenti meno congestionati. Per intenderci, sulla rotta “maledetta”, quella fra Civitavecchia e Savona, l’isola del Giglio potrebbe essere tenuta “a dritta” (a destra) della nave, come già  avviene oggi per mercantili. Nel caso si scelga invece la rotta seguita dalla Concordia (se ancora sarà  possibile per unità  di una stazza “minima” per essere considerate grandi di circa settantamila tonnellate di stazza lorda) sarà  obbligatorio tenere una linea mediana fra le due coste. 
Ci sarà  anche una nuova regolamentazione del traffico marittimo nella laguna veneta, percorsa in lungo e in largo da navi da oltre centomila tonnellate che fanno sfoggio di sé attraversando il canale della Giudecca, a Venezia. Navi al largo dalle isole Tremiti, sempre per restare nell’Adriatico, così come nei piccoli arcipelaghi del Tirreno, come la Maddalena e Ponza. Sarà  poi necessario monitorare con grande attenzione l’attraversamento dello Stretto di Messina e decidere definitivamente come comportarsi nell’attraversamento delle Bocche di Bonifacio, fra Sardegna e Corsica, dove spesso le condizioni del mare non facilitano la navigazione. Grande attenzione anche all’area del Santuario dei Cetacei che tocca tre grandi aree, Toscana, Corsica e Liguria, e che proprio in quest’ultima regione ha località  particolarmente richieste dal popolo delle crociere, soprattutto quello straniero, come Portofino e la Baia del Silenzio (Sestri Levante). Ma è probabile che, sulla spinta emotiva dell’affondamento dell’ammiraglia della marineria italiana (Costa Concordia ha una stazza di 114.500 tonnellate) il provvedimento possa essere esteso all’Europa del mare e ai suoi paradisi, dalle isole al largo della Costa Azzurra a quelle della Dalmazia, fino a regolamentare con più rigidità  l’attraversamento dei fiordi norvegesi.
Ciò che è certo, comunque, è che niente sarà  più come prima. Servono «regole più strette per regolamentare il passaggio delle navi vicino alle isole, nel Parco dell’Arcipelago toscano o in altri stretti come le Bocche di Bonifacio e lo Stretto di Messina» spiega il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, attonito e ferito di fronte alla tragedia della Costa Concordia, e che oggi presenterà  questa specifica richiesta al ministro dell’Ambiente Corrado Clini che coordinerà  un vertice alla prefettura di Livorno. Già  ieri il titolare del dicastero dell’Ambiente è stato molto esplicito. «Basta con la gestione di queste navi che vengono usate come se fossero dei vaporetti» ha spiegato. «Questo non è turismo sostenibile, ma turismo pericoloso. Dobbiamo intervenire rapidamente e con decisione per evitare che queste grandi navi arrivino vicino ad aree ambientalmente sensibili».


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