Rabbia tributi, il problema non è Grillo

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Ma non è sfuggito alle condanne di rito degli avvistatori di terrorismo, velocissimi (dal Pd a Di Pietro al Pdl) ad accusare il blogger di «scherzare col fuoco». Ne è risultato un vuoto parafestivo riempito di facile agitazione. Tutto per un post di capodanno persino di buonsenso, accompagnato com’era da un invito a Monti a «rivedere il funzionamento di Equitalia». «Se non ci riesce la chiuda», aveva aggiunto Grillo al massimo dell’estremismo.
Chiuderla sarebbe impossibile, visto che Equitalia non è altro che l’agente pubblico della riscossione dei tributi – un servizio a cui lo stato non può rinunciare. Ma radicalmente modificare sì, visti i casi di errori, interessi elevati, pignoramenti indiscriminati ai quali sono sottoposti i cittadini (dichiariamo qui un conflitto di interessi, chi scrive ha passato ore e denari per gli sportelli di Equitalia e ancora nuove cartelle incombono). Del resto esiste ormai da anni un movimento di critica aperta e pubblica alle pratiche di riscossione coatta, ci sono associazioni e siti internet, in Sardegna ci sono state occupazioni, proteste in qualche caso appoggiate dagli amministratori locali e c’è anche chi – azzardando un calcolo – ha contato in una sessantina le vittime (suicide) di Equitalia. Chi protesta non lo fa dunque con i pacchi bomba come quello che ha ferito il direttore generale della società  il 9 dicembre scorso a Roma, gesto evidentemente da condannare ma Grillo questo lo fa, o con le vetrine spaccate (a Foggia) o annerite (a Modena) a capodanno. Chi protesta solleva un problema perché ha certamente ragione Monti quando dice che «Equitalia svolge una funzione essenziale per il funzionamento dello stato», ma è altrettanto vero che lo fa essendo costituita in forma di società  per azioni (in mano pubblica) che oltre a ripagare la sua complessa struttura produce ogni anno degli utili, cioè un guadagno, grazie agli aggi sulle riscossioni. Che di un problema si tratti è evidente anche perché il volume delle multe e contravvenzioni che dai comuni passa a Equitalia non è indipendente dal taglio dei trasferimenti pubblici agli enti locali. Ormai da anni i sindaci sono costretti a chiudere i bilanci con i vigili urbani. Tralasciando altre assurdità  come l’impossibilità  per i contribuenti di compensare debiti e crediti con lo stato.
La reazione a Grillo da parte del presidente di Equitalia (e direttore dell’Agenzia delle entrate) Attilio Befera è stata assai netta: «La battuta non fa ridere, gli imbecilli mettono le bombe, occorre difendere gli uomini che fanno il loro dovere al servizio della collettività ». Ma che Grillo stavolta non abbia abbaiato alla luna lo dimostra non tanto il numero dei commenti al suo post (che è sempre alto, era così anche quando recentemente ha dato del golpista a Monti per poi elogiarlo subito dopo), ma il tono di generale condivisione. La rabbia contro Equitalia non a caso non si è fermata sul blog del comico genovese, ma ha riempito tutti i siti che hanno dato notizia della polemica, anche quelli in genere più ingessati o filtrati. E qualcuno tra i politici disposto a riconoscere che le ragioni di questa rabbia vanno indagate alla fine c’è stato, persino tra i dipietristi, persino tra i berlusconiani. «Equitalia è diventata una sorta di sicario delle imprese e delle famiglie italiane» ha detto la vice presidente dei deputati Pdl. Nessuno le ha dato della terrorista.


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