Addio a Enzo Sellerio editore e fotografo della storia

by Sergio Segio | 22 Febbraio 2012 19:37

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GUARDA / Le foto di Enzo Sellerio

”Il mio nome su quel giornale mi ha aiutato”, raccontava. E aggiungeva: ”penso che un fotografo che sia realmente tale non puo’ essere che uno scrittore che si esprime per immagini”. E ancora: ”e’ il collegamento tra la percezione e la memoria, quello che fa la differenza fra l’essere e il non essere fotografo, fra il guardare e il vedere. Di lui Vincenzo Consolo scrisse: ”la fotografia di Sellerio, come ogni vera arte non e’ naturalistica, ma e’ allusiva e metaforica”.

Verso i quarant’anni si trasferisce in America. Ma poi ritorna presto [1] in Sicilia dove, pur avendo girato il mondo, realizza i servizi che lo rendono piu’ celebre e ai quali teneva maggiormente.
Documenta ad esempio l’esperienza di Danilo Dolci, racconta attraverso le sue immagini i paesi dell’Etna e naturalmente Palermo. Celebri i suoi scatti. Come quei fotogrammi che ritraggono alcuni ragazzini del quartiere della Kalsa che giocano a formare un plotone di esecuzione fucilando per finta un loro coetaneo. O il vecchio curvo che porta il suo asinello a vedere la portaerei americana. O ancora gli emigranti in partenza dalla stazione ferroviaria. O il riposo del giovanissimo suonatore di tromba seduto su un gradino.

Sellerio era anche critico nei confronti della citta’ e delle brutture che a volte racchiudeva. ”Palermo e’ senza scheletro. – aveva detto in un’intervista – Come faccia a camminare non lo so. In questo senso e’ un luogo miracolato. Se tornassi a fotografare, per divertimento farei un servizio sulla maledizione dei normanni. Guardi che cosa hanno combinato. A Monreale con due statue di bronzo alte quattro metri hanno rovinato il portico del duomo. La sala Duca di Montalto a Palazzo dei Normanni (attuale sede del parlamento siciliano,) e’ un luogo che per come e’ stato restaurato sara’ molto apprezzato dagli ortopedici perche’ li’ cadere e’ molto facile”. Alla fotografia si dedica quando gia’ era assistente all’universita’. Un incarico che tiene per poco tempo. Una perdita per l’Ateneo. Un acquisto per l’arte fotografica.

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Endnotes:
  1. [Image]: http://oas.repubblica.it/5c/local.repubblica.it/rg/palermo/interna/202851621/Middle/default/empty.gif/586954526755316c6454384143653872

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