Da Twitter a Scampia «Portiamo le tende contro la camorra»

by Editore | 2 Febbraio 2012 8:36

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È partita così l’operazione Occupyscampia, manifestazione in programma domani pomeriggio nel quartiere della periferia di Napoli noto per i palazzoni a forma di vele, la faida di camorra e lo spaccio di droga. La mobilitazione ha preso corpo sui social network e ha raccolto anche simboliche adesioni da parte di numerosi esponenti del mondo della cultura e del giornalismo. Per qualche ora, dunque, domani pomeriggio, alcuni napoletani — si spera molti — non di Scampia raggiungeranno il quartiere e vi si tratterranno, facendo sì che per una volta ad attirare l’attenzione mediatica su quella zona non sarà  la camorra ma le persone per bene. La singolarità  dell’intera faccenda è però un’altra. A dare il via alla mobilitazione in Rete, come detto, è stato un articolo in cui si riferisce che a Scampia la camorra ha imposto il coprifuoco: negozi chiusi non oltre le 19.30, donne in casa, nessuno per strada la sera. Fonte della notizia «radio piazza», che è esattamente come dire «voce di popolo». Ma conferme che le cose stiano realmente così non ve ne sono. Semmai è il contrario. Non risulta nulla alla questura (ma anche se risultasse non lo direbbero, ovviamente), smentisce il presidente della municipalità , Angelo Pisani («Invito qui i giornalisti per verificare l’infondatezza della notizia e comprendere il pericolo di tali affermazioni»), e smentiscono soprattutto gli operatori sociali impegnati nel quartiere, che con le loro attività  basate sul volontariato rappresentano le uniche realtà  accessibili di sera ai ragazzi, e continuano a lavorare come hanno sempre fatto («A che serve seminare panico e paura diffondendo notizie non vere?», si chiedono i ragazzi del centro Mammuth). Ma la fondatezza della notizia ormai non conta più. Vera, verosimile o falsa, è stata autenticata dal primo tweet («Venerdì h 17 piazza Giovanni Paolo II. Portate le tende! In tanti a gridare no alla camorra!», ha scritto Picierno) e da tutti quelli successivi, e in Rete il coprifuoco di Scampia è diventato realtà . Che poi il problema di Scampia non sia il coprifuoco che non c’è ma tanti altri che ci sono, lo dicono soltanto quelli che nel quartiere ci vivono e guardano a questa mobilitazione con un pizzico di perplessità . Come Rita, studentessa universitaria di 23 anni, che su Facebook scrive agli entusiasti di Occupyscampia: «Venite. Ma venite ad occupare Scampia quando non ne parlano i tg. Venite ogni giorno nelle scuole di questo quartiere a dire a bambini e ragazzi che di camorra campano, che devono rinnegarla. Venite ognuno con la propria tenda, sulle strade di questo quartiere, senza portarvi nemmeno una telecamera, nemmeno un giornalista, senza twittarlo ai vostri fans, senza stordirci con la retorica né annoiarci con le vostre demagogie di liberazione. Venite con la voglia di capire e imparare».

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