Dai taxi alle farmacie così l’asse governo-partiti frena le liberalizzazioni

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Liberalizzazioni a rischio. Il testo del decreto Cresci-Italia, sommerso da migliaia di emendamenti in commissione Industria del Senato, prosegue il suo faticoso percorso tra le pressioni delle lobby e la complicata quadra politica. La versione che arriverà  il Aula mercoledì prossimo per il voto – blindata in un maxi emendamento su cui il governo potrebbe porre la fiducia – rischia di essere migliorata solo in parte. Sui temi forti, si teme un dietrofront completo. Come per i taxi: la decisione su eventuali nuove licenze da mettere a bando torna in capo ai sindaci, così come l’extraterritorialità  del servizio. Sulle farmacie crescono le resistenze per le nuove aperture, così i malumori su tariffe e preventivi dei professionisti. Intanto alcuni capitoli – Srl dei giovani e tribunale delle imprese (sul punto, ieri la presidente di Confindustria Marcegaglia ha incontrato il ministro della Giustizia) – sembrano privi di copertura finanziaria. Per quanto riguarda l’Ici delle onlus, le nuove norme che dovrebbero estendere il pagamento dell’imposta anche agli immobili della Chiesa usati a fini commerciali, seppur in modo non esclusivo, con tutta probabilità  non saranno inserite nel decreto sulle semplificazioni fiscali che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare venerdì prossimo. Ma verrebbero affidate ad un emendamento ad hoc perché siano condivise anche dal Parlamento, nel successivo iter di conversione del decreto.

Imprese / E adesso manca la copertura per tribunali e Srl a un euro    


tribunali delle imprese e Srl ad un euro per gli under 35. Entrambi i capitoli rimangono per ora sospesi. Gli emendamenti dei relatori sono stati accantonati, in attesa di un parere della commissione Bilancio sull’effettiva copertura delle norme. La proposta è di portare da 12 a 20 i tribunali (uno in ogni capoluogo, tranne la Valle d’Aosta), a cui verrebbero sottratti almeno due competenze (class action e appalti pubblici). Mentre si pensa a un passaggio gratuito dal notaio per la Srl (ora ne è esentato, con rischi infiltrazioni) e il vincolo di destinazione del 25% dei ricavi annuali ad aumento del capitale. In entrambi i casi, il problema sono i soldi. Le misure costano: più giudici e bolli per la registrazione della Società  (6-700 euro).

Class action / Rafforzato il risarcimento multe anti-clausole vessatorie    


Rafforzata la class action e definite multe corpose contro le clausole vessatorie a danno dei consumatori. «L’azione di classe ha per oggetto l’accertamento della responsabilità  e la condanna al risarcimento del danno e alle restituzioni in favore degli utenti consumatori», definisce nero su bianco l’emendamento approvato. Il professionista o imprenditore che inserisce clausole vessatorie nei contratti e che poi, una volta scoperto, non si attiene alle disposizioni dell’Antitrust sarà  multato: tra i 2 e i 20 mila euro per chi non rispetta le decisioni, da 4 a 40 mila euro per chi fornisce informazioni o documentazioni non veritiere, da 5 a 50 mila euro per chi non pubblica online e non diffonde i provvedimenti che certificano la vessatorietà .

Banche / Mutuo non più vincolabile a un nuovo conto corrente    


Il capitolo banche, tra i più scarni e meno liberalizzati dal Cresci-Italia, è ritoccato solo in minima parte. Le banche potranno continuare a condizionare il mutuo o il credito al consumo (novità  dell’ultima ora) alla sottoscrizione di una polizza sulla vita. Se lo fanno, hanno però l’obbligo di accettare la polizza scelta dal cliente, tra quella reperita da lui stesso sul mercato e la doppia opzione presentata dalla banca (di compagnie a lei non riconducibili). La banca non potrà  poi vincolare mutuo e apertura di conto corrente. L’obbligo sarà  considerato una pratica commerciale scorretta, come quello di sottoscrivere una polizza erogata dalla stessa banca. Sarà  infine gratuito il conto aperto per accreditare la pensione fino ai 1.500 euro.

Trasporti / Stop a doppie licenze e authority i tassisti ottengono il massimo    


Indietro tutta sul capitolo “taxi”. A decidere eventuali nuove licenze saranno Comuni e Regioni «nell’ambito delle loro competenze». Saltano doppia licenza, licenze part-time, taxi stagionali. L’Autorità  dei trasporti, che avrebbe dovuto «adeguare i livelli di offerta» e aumentare le licenze «sentiti i sindaci», viene limitata ad esprimere «un parere obbligatorio, non vincolante», a «monitorare e verificare» il servizio, le tariffe, la qualità , le esigenze delle città , fornendo una semplice analisi costi-benefici in base alla quale i sindaci possono adeguare il numero delle auto, bandendo concorsi straordinari. Qualora non lo facessero senza valide motivazioni, l’Autorità  ricorrerà  al Tar. Confermato il taxi ad uso collettivo e il servizio fuori città  ma solo in base ad accordi sottoscritti dal sindaco con i Comuni interessati. Maggiore libertà  nel fissare le tariffe, a partire da quelle predeterminate dal Comune. Sarà  possibile usare la stessa vettura per più turni. L’Autorità  dei trasporti avrà  una dotazione di 5 milioni per il 2012, potrà  erogare sanzioni amministrative e partire prima, entro il 31 maggio, senza interim con l’Authority per l’energia.

Farmacie / Scontro sulle nuove aperture Pdl schierato con Federfarma    


Ancora non sciolto lo spinoso nodo delle farmacie. Se ne è discusso a lungo, ieri notte in commissione Industria. Ma la quadra politica non è stata ancora trovata. Lo scoglio maggiore riguarda le nuove aperture (se ne prevedono 5 mila in più con un ampliamento del 25% della pianta organica), considerate dannose dalla categoria. Il Pdl punta ad abbassare il quorum del decreto (una nuova farmacia ogni 3 mila abitanti) ad una ogni 3.800, in linea con quanto auspicato da Federfarma che sul punto fa notare che il quorum reale è una a 2.200, considerati i nuovi punti che, grazie al decreto, sorgeranno in stazioni, aeroporti, autostrade. I consumatori temono una retromarcia, su questo punto e sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C.


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