Dati alterati, Statistiche inaffidabili e l’Economist cancella l’Argentina

by Editore | 26 Febbraio 2012 16:56

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Eppure, fino alla tardiva ammissione dell’ex premier Papandreou e poi del suo successore Papademos, nessuno si è mai sognato di denunciare Atene per i suoi giochi di bilancio. Anche l’Italia, nel 1996, si affidò a «sofisticati trucchi contabili» (parole del testo universitario Scoprire la macroeconomia, di Oliver Blanchard) per aggirare i veti all’ingresso nell’euro.
Storie e contesti diversi ma la comunità  internazionale da tempo è alle prese con l’affidabilità  delle statistiche che ciascuna capitale presenta. È un problema serio. L’Economist da un po’ lo denuncia. È però solo nell’ultimo numero che ha deciso di compiere uno strappo singolare annunciando che d’ora in avanti cancellerà  i dati dell’Argentina perché alterati. Il sasso è stato lanciato nello stagno. «Senza le statistiche i governi brancolerebbero nel buio», scrive il magazine londinese, ma un limite all’imbroglio vi deve pur essere nell’interesse della concertazione globale anticrisi. E ha ragione. Buenos Aires ha oltrepassato i limiti del sopportabile, ciò non toglie che ne segua una domanda (ovvia): solo l’Argentina bara? 
L’Economist sa che non è così. Ad esempio, la Cina, seconda economia del globo, usa gonfiare e ritoccare i numeri di conti pubblici, inflazione, occupazione. Pechino si è integrata con furbizia nei meccanismi delle statistiche internazionali. E allora per quale ragione Buenos Aires è nella lista nera dell’Economist?
Che fra Londra e Buenos Aires i rapporti politici e diplomatici siano in questo momento tesi (causa ancora le isole Falkland) non è una spiegazione credibile. I rancori ci sono ma il settimanale non è sensibile a ragionamenti del genere. Può valere piuttosto un’altra considerazione: nella lista dei «peccatori» ci sono i Paesi del capitalismo occidentale, piccoli e grandi. Censurare chi sbaglia è corretto. Se lo si fa, unicamente, con i più deboli è legittimo pensare a un vecchio vizio: la presunzione dei forti. Oggi chi è in grado di dare lezioni? Chi è così virtuoso e onesto da non ripulire le sue statistiche?

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