Etiopici all’attacco: via al Shabaab da Baidoa

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I miliziani dei giovani mujahidin somali (al-Shabaab) si sono ritirati martedì notte dalla città  di Baidoa, nella regione della Somalia centrale di Bay, davanti all’avanzata delle truppe etiopiche e del governo federale di transizione (Gft) somalo di Mogadiscio. Lo riferisce la radio somala «Shabelle». E’ un punto importante per il presidente Ahmed Sharif perchè Baidoa ha un alto valore strategico in quanto la strada principale che collega Mogadiscio al sud-ovest somalo e a Kenya e Etiopia passa per la città  e consente il transito delle truppe etiopiche verso la capitale somala. I miliziani islamici hanno lasciato le loro basi in tutto il distretto di Bardale e il governo di Mogadiscio, che dista 250 chilometri, conta di conquistare presto tutta la regione di Bay. I ribelli somali di al Shabaab, che di recente hanno annunciato la loro piena adesione a al Qaeda, hanno affermato di essersi ritirati da Baidoa, la loro base più importante dopo la città  meridionale di Kisimayo, per ragioni «tattiche», dopo l’entrata in città  delle truppe etiopiche a supporto del Gft, secondo testimoni 50 di veicoli, fra cui una 20 tanks. 
La presa di Baidoa è significativa anche per il momento in cui è avvenuta: il giorno in cui il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità  una risoluzione sulla Somalia che prevede l’aumento dei finanziamenti e delle truppe dell’Unione africana nell’ambito della missione Amisom (da 12.000 a 17.730 unità ) e alla vigilia della conferenza internazionale sulla Somalia promossa dal governo britannico, che si apre oggi a Londra. L’obiettivo della missione Onu-Ua e delle truppe etiopiche e kenyote impegnate in Somalia, è neutralizzare al Shabaab nel Corno d’Africa. 
E l’Italia, in un paese che fino a qualche decina d’anni fa era uno dei pochi in Africa a «egemonia» italiana? Il ministro degli esteri Giulio Terzi, alla vigilia della conferenza londinese, ha assicurato che c’è «una domanda forte sul ruolo italiano» in Somalia, richiesta dai paesi della regione e anche al di fuori del Corno d’Africa. A Londra Terzi proporrà  «che la prossima riunione del gruppo di contatto si tenga a Roma».


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