Giovani, disoccupazione record

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ROMA — Disoccupazione all’8,9 per cento, in media, e al 31 per cento per i giovani. Gli ultimi dati che arrivano dal rapporto di dicembre 2011 dell’Istat non sono rassicuranti. Il numero dei disoccupati a dicembre raggiunge quota 2,243 milioni, in aumento dello 0,9 rispetto a novembre. Il valore maggiore da gennaio 2004 e, se si fa riferimento alle serie trimestrali, in linea con i livelli record di dieci anni fa. Ma non c’è solo l’Italia: secondo Eurostat, la disoccupazione nella zona dell’euro ha raggiunto a dicembre il livello più alto dall’introduzione della moneta unica: 10,4 (con l’eccezione della Germania, ai minimi storici con il 6,7). Livello tanto alto da spingere il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, a scrivere ai primi ministri di otto paesi con tassi di disoccupazione giovanile sopra la media, Italia compresa, per spingerli ad agire per usare presto e bene i fondi europei.
Tra novembre e dicembre il livello degli occupati in Italia è rimasto sostanzialmente invariato. Ma rispetto allo scorso anno, diminuisce dello 0,1 per cento: concretamente, di 221 mila unità . Cala l’occupazione maschile, che tocca i valori minimi dal ’99, perdendo lo 0,4 su base annua. A parziale consolazione, c’è il lieve aumento dell’occupazione femminile, dello 0,3 per cento. 
A preoccupare è anche, e soprattutto, il dato che riguarda i giovani tra i 15 e i 24 anni: il tasso di disoccupazione è in calo di 0,2 punti rispetto a novembre, ma in aumento di tre punti rispetto allo scorso anno, raggiungendo quota 31. Per fare un raffronto e intuire la gravità  del fenomeno, nel 2007 il tasso oscillava tra il 19 e il 21 per cento. Per valutare le dimensioni del fenomeno su basi territoriali ci sono i dati della Cgia di Mestre, che individuano nella Campania la regione con il tasso di disoccupazione più alto tra i giovani: 44,2 per cento. Ma correggendo il dato in considerazione dell’incremento degli inattivi (cioè di chi ha rinunciato a cercare lavoro), il tasso reale di marginalità  arriva al 51,10 per cento. Seguono, tra le Regioni con disoccupazione giovanile «reale» più alta, Basilicata, Lazio, Sicilia, Lombardia e Sardegna. Agli ultimi posti, la Liguria e l’Umbria.
Se il governo annuncia che nei primi posti dell’agenda ci saranno provvedimenti proprio sull’occupazione, sindacati e forze politiche si interrogano su come fronteggiare l’emergenza. Per Cesare Damiano, «i dati Istat sono allarmanti: non solo aumenta la disoccupazione, ma diminuisce addirittura il tasso di attività , vale a dire il numero di coloro che sono attualmente al lavoro». Secondo Damiano, «questi dati dimostrano che la cassa integrazione esercita un effetto di contenimento della disoccupazione». Sergio D’Antoni (Pd) chiede di utilizzare gli otto miliardi di fondi europei sbloccati dalla Commissione, e gli altri otto recuperati con l’abbassamento del cofinanziamento nazionale, «per dare il via a un grande piano di rilancio nazionale incentrato sul Mezzogiorno». Antonio Di Pietro e Maurizio Zipponi (Idv), in una nota congiunta, chiedono al governo di agire subito e contestano che il confronto sia partito «dalla riduzione, per i neoassunti, dei diritti previsti dall’articolo 18». Il segretario del Psi, Riccardo Nencini, vede in una patrimoniale la soluzione per finanziare l’occupazione, mentre il verde Angelo Bonelli chiede investimenti sulla green economy. Il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero chiede «come primo provvedimento necessario, il reddito sociale per i disoccupati, da trovare tassando i grandi patrimoni». 
Tra i sindacati, il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, sottolinea i dati sulle grandi imprese, che vedono un aumento dei licenziamenti del 35 per cento in sei anni: «Prima della crisi gli occupati erano 700 mila in più, se non ci fosse stata la cassa integrazione e in particolare la Cig straordinaria e in deroga, i disoccupati oggi sarebbero più di tre milioni». D’accordo Luigi Angeletti, della Uil: «Se siamo ancora sotto la media europea è solo per la cassa integrazione». Giorgio Santini, segretario aggiunto della Cisl, chiede di «incentivare l’apprendistato e il contratto di inserimento». Sulla stessa linea Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro, l’agenzia tecnica del ministero del Lavoro: «Bisogna attuare le azioni già  esistenti: apprendistato, contratti di inserimento per le donne, credito di imposta e sgravio Irap».


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