La conta dei morti: chi dà  le notizie e chi le verifica?

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Le ultime, quelle del londinese Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), dei Comitati di coordinamento locale, del Cns (Consiglio nazionale siriano) e dei Fratelli musulmani, parlano di un «massacro di civili» a Homs venerdì sera, con oltre 200 morti, vittime dei bombardamenti dell’esercito. L’agenzia siriana Sana nega i bombardamenti e afferma che i video di corpi sono di gente uccisa dalle squadre armate, le stesse che compiono rapimenti di civili e attentati. Il fatto certo sono gli scontri fra armati dell’opposizione e l’esercito. Un contesto di guerriglia urbana dove la popolazione è esposta. Ma c’è un aspetto interessante di cui non si parla ed è la lotta intestina nel principale informatore dei media occidentali e arabi in materia di morti in Siria: il già  citato Sohr di Londra. Un’inchiesta pubblicata sulla versione inglese del giornale Al Akhbar rivela l’inattendibilità  di quella che è la fonte regina dei media. Il Sohr infatti ha due teste ora apertamente in lotta fra loro e due siti con notizie divergenti. I due siti sono www.syriahr.org e www. syriahr.net (o anche syriahr.com ). Il primo si definisce «sito ufficiale dell’Osservatorio». Il secondo … anche, precisando di essere «l’unico sito ufficiale». Su www.syriahr.org è in bella evidenza dal 17 gennaio una lettera collettiva firmata da siriani dell’opposizione che «sconfessa» Rami Abdul Rahman (alias Osama Ali Suleiman), «direttore» dell’Osservatorio stesso con accuse pesanti. Scusandosi con i lettori per la «confusione», i firmatari affermano di aver chiesto allo stesso «direttore» di lasciare perché egli scriveva anche di vittime fra le forze di sicurezza nazionali e altre notizie «non verificabili» oltre a non dare i nomi dei morti. Poi hanno aperto un loro sito, il syriahr.org . Dietro la rottura c’è il fatto che Suleiman è vicino all’opposizione del Ncb ( National Coordination Body for Democratic Change in Syria) di al-Manna che vuole una soluzione interna e negoziata della crisi e condanna la lotta armata, mentre gli altri sono del Cns di Gharioun, filo-occidente, finanziati dai paesi del Golfo e collaboratori del cosiddetto «Esercito libero siriano» che conta parecchi arruolati da altri paesi. Ovvio che media e governi occidentali e arabi diano più eco al Cns. Suleiman ha denunciato le pressioni da parte dei membri pro-Cns i quali gli hanno intimato di schierarsi per un intervento Nato e di non parlare dei morti fra i soldati siriani. Le notizie più efficaci propagate dalle due teste del Sohr sono quelle sui «martiri bambini» e sulle famiglie massacrate. Madre Agnès-Mariam de la Croix, superiora palestinese del monastero siriano di San Giacomo, che sta diffondendo dal canto suo liste di vittime delle bande armate, ha fatto ricerche su un caso recente che ha fatto il giro del mondo: la mattanza nel quartiere Nasihine di Homs di 12 membri della famiglia Bahadour fra cui vari bambini. Secondo la versione ripresa da Le Monde e Cnn , gli assassini sono «7 uomini in divisa, lealisti del regime». La suora si è messa allora in contatto con la famiglia che le ha dato una versione opposta: «Abdel Ghani Bahader, fratello di una delle vittime, ci ha detto testualmente: “Siamo una famiglia sunnita che lavora per lo stato. Vogliamo essere neutri. Ma gli insorti ci hanno attaccati più volte tanto che mio fratello voleva spostarsi altrove dopo aver rifiutato l’invito a unirsi all’Esercito siriano libero. Ma non ha fatto in tempo”».


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