La tributaria tedesca “invade” Atene per dare la caccia agli evasori

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BERLINO – La tributaria tedesca avvierà  un’invasione pacifica della Grecia per tentare di salvarla, e non è certa di essere ben accolta. Centosessanta esattori dell’efficiente, temuta Steuerfahndung federale sono pronti a volare ad Atene e a spargersi per il Paese, per aiutare i colleghi ellenici a riscuotere le tasse sistematicamente evase da troppi dei più ricchi e quindi per cercare di chiudere insieme agli esattori di Papademos, con know-how tedesco, quello che i falchi di Berlino ma non più solo loro definiscono ormai il “pozzo senza fondo” delle finanze pubbliche greche. È un’iniziativa d’aiuto, mossa da direttive della Commissione europea e del Fondo monetario internazionale. Eppure, incredibilmente, suscita al tempo stesso negli ambienti conservatori-populisti ellenici paragoni ben fuori posto con il passato dell’occupazione nazista.
I 160 hanno già  fatto le valigie e salutato i familiari. Saranno di base ad Atene, Salonicco o altre città . Il loro blitz è l’esecuzione d’un piano comune di Commissione e Fmi, approvato anche dal Parlamento ellenico. Sono truppe scelte: tutti parlano inglese, alcuni anche greco moderno.
L’ordine che Barroso, Mario Draghi, madame Christine Lagarde e Angela Merkel hanno impartito loro è di concentrare le indagini soprattutto su quei tre quarti dei professionisti qualificati che in Grecia dichiarano redditi estremamente bassi. Ingegneri, notai, primari o comunque medici di grido, imprenditori, ricchi d’ogni tipo. Cioè i cittadini ellenici ritenuti massimi responsabili del buco delle entrate tributarie il quale ammonta 63 miliardi di euro, calcolato da Die Welt attraverso gli ammanchi degli ultimi annui, ogni anno in media tra i 15 e i 20 miliardi di euro. Alcuni imprenditori ad Atene reagiscono: hanno pubblicato un appello ai ricchi a pagare finalmente le tasse. Tra le piccole aziende, la situazione è apocalittica: su 330mila registrate, 68mila hanno già  chiuso.


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