“Putin deve ascoltare la piazza basta con brogli e corruzione”

by Editore | 4 Febbraio 2012 2:52

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Mosca – Tè nero e biscottini non bastano ad allentare la tensione: «Speriamo che anche stavolta vada tutto liscio senza violenze. E soprattutto che cominci presto un dialogo. Gli oppositori vanno ascoltati, su molte cose hanno ragione». 
Alla vigilia della manifestazione anti-Putin di oggi pomeriggio, l’arciprete Vsevolod Chaplin, il più autorevole consigliere del Patriarca ortodosso Kirill, prevede scenari cupi per il futuro della Russia se la voce dei giovani contestatori venisse ignorata. 
Eppure dopo le vostre ultime dichiarazioni, la Chiesa e il governo di Russia sembrano meno vicine di una volta. 
«Noi siamo vicini a tutti e a nessuno in particolare. Oggi in piazza ci saranno nostri fedeli su entrambe le sponde. Tra i manifestanti e tra quelli che saranno insultati o fischiati».
Come si spiega la svolta recente? Come mai avete chiesto a Putin di cedere ad alcune richieste della piazza?
«Non approvo tutte le loro istanze ma ci sono cose che vanno fatte. La corruzione va combattuta perché sta creando un’indignazione generale. Le elezioni devono essere più trasparenti perché certe irregolarità  sono state evidenti».
Sembra il programma del leader dei blogger, Aleksej Navalnyj. Come mai ha deciso di incontrarlo proprio la settimana scorsa?
«Incontro tutti gli esponenti della società  e della politica. Lui è uno dei tanti».
Che impressione le ha fatto?
«Sembra un giovane intelligente e responsabile. Non credo che sia molto religioso ma questo conta poco. E’ uno di quelli che può contribuire a scongiurare provocazioni e incidenti».
Perché tanta preoccupazione? La protesta è sempre stata pacifica e anche la polizia è sembrata poco aggressiva, quasi tollerante.
«E’ una tara di noi russi. Andatevi a rivedere tanti episodi della nostra storia. Basta una scintilla, magari provocata ad arte, e divampano incendi devastanti e luttuosi».
Le risulta che nello staff di Putin ci sia qualcuno tentato dall’usare le maniere forti?
«Le teste calde ci sono sempre. Ma sono poche e poco importanti. Per ora domina il buon senso».
Il premier Putin e il presidente Medvedev, sempre così vicini a lei e al Patriarca, non sono delusi dal vostro voltafaccia?
«Non c’è stato alcun voltafaccia. Putin e Medvedev sono cristiani e può capitare di pregare insieme. Questo non vuol dire che non li abbiamo criticati in passato?». 
Su cosa?
«Abbiamo contestato con forza la legge sulla video sorveglianza a tappeto delle città  che ci sembra una privazione delle libertà  personali».
Non avevate pensato prima alla corruzione e ai brogli elettorali?
«Noi non facciamo politica. Prendiamo atto dei sentimenti della gente».
Esclude dunque la nascita di un partito di ispirazione cristiana?
«Niente affatto. Anzi, ne parliamo molto. Ma ci vorrà  ancora molto tempo».
E’ possibile una mediazione ufficiale della Chiesa per aprire il dialogo tra governo e oppositori?
«Perché no? Non sarebbe la prima volta. Ma l’importante è che il dialogo cominci. Al più presto».

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