Se la Bibbia non è più centrale

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Fra le altre penso che si debba annoverare anche il riferimento alla centralità  della Bibbia. Una centralità  sempre proclamata, ma sempre meno convincente. Una questione nella quale il protestantesimo, nelle sue varie forme, si trova meglio del cattolicesimo. Roma nel corso dei secoli ha accentuato il suo ruolo e la sua autorità , continuando a ripetere ufficialmente il ruolo della Sacra Scrittura, ma di fatto sostituendo la autorità  del papa a quella del libro. Troppo incerta, questa , e troppo soggetta alle interpretazioni e alla loro ambiguità . La necessità  della unità  spingeva sempre di più verso la centralità  di Roma e del papa. Tanto più dopo la diffusione della stampa e dei mezzi di comunicazione di massa.
La predicazione pian piano si riduceva ad una ripetizione. Un procedimento che il mondo moderno rendeva sempre più evidente con il diffondere della pubblicità . Sempre più invadente, sempre meno lo spazio disponibile alla libertà  di invenzione, sempre più importante e invadente il denaro. L’annuncio della religione trova sempre maggiore difficoltà  a individuare uno spazio autentico nell’insieme degli annunci che occupano tutto o quasi lo spazio delle voci che risuonano dalla mattina alla sera, da un capo all’altro del mondo. È stata l’invenzione della stampa, qualche secolo fa, a rendere più difficile, nonostante l’apparenza, l’autenticità  dell’annuncio religioso. Lo diffondeva, ma lo rendeva simile a tutti gli altri annunci, a cominciare da quelli politici, sociali, economici. Soprattutto lo rendeva dipendente dal fattore economico, proprio quel fattore che, invece, l’annuncio religioso pretendeva, diceva, di superare. È la storia di questi ultimi secoli e della diffusione delle varie religioni, compreso il cristianesimo del tempo recente. Una questione che ancora oggi appare irrisolta, nonostante il continuo, ma insufficiente, ricorso all’autorità  biblica da parte della varie autorità  cristiane.


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