Bologna, quattro poliziotti arrestati per rapine a stranieri

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BOLOGNA – Avrebbero rubato 600 euro a due pusher di origine tunisina e altri 900 a un terzo spacciatore. Quest’ultimo, anche lui di nazionalità  tunisina, sarebbe stato anche picchiato (al punto da perforargli un timpano) e abbandonato in aperta campagna senza scarpe e cellulare. Sono gli episodi per cui questa mattina sono finiti in carcere quattro poliziotti in servizio all’ufficio “volanti” della Questura di Bologna. Del primo caso, avvenuto in zona Bolognina nella notte tra il 20 e il 21 ottobre scorso, sono accusati l’assistente capo Francesco Pace e l’agente scelto Alessandro Pellicciotta, entrambi in servizio all’ufficio volanti. Per il secondo episodio, invece, che risale alla notte tra l’11 e il 12 novembre, della rapina rispondono Giovanni Neretti e Valentino Andreani. Delle lesioni e del sequestro di persona sono però accusati tutti e quattro.

Dopo la rapina del denaro avvenuta fuori da un bar di porta Mazzini, a opera di Neretti e Andreani, la volante avrebbe portato il tunisino nelle campagne di Castenaso per una sorta di spedizione punitiva a cui sarebbero stati presenti tutti, anche se del pestaggio, materialmente, sarebbe responsabile il solo Neretti. Una volta arrivati nelle campagne della zona Roveri, il tunisino sarebbe stato picchiato (lui dice mentre era ammanettato) da Neretti. Gli altri tre poliziotti, pur essendo presenti, sono rimasti immobili. Poi i quattro, dopo aver preso allo straniero cellulare e scarpe, lo hanno lasciato lì dolorante. Quando è avvenuta questa rapina (che poi il tunisino ha denunciato ai Carabinieri perchè in Questura non era stato ascoltato), l’indagine della Squadra mobile aveva già  preso il via e i poliziotti erano già  sotto controllo e intercettati.

L’indagine della Polizia è partita perché uno dei due pusher tunisini fermati in Bolognina conosceva un poliziotto della Squadra mobile di cui si fidava per cui, dopo aver subito la rapina, lo ha subito chiamato, spiegandogli l’accaduto. Pace e Pellicciotta, intervenuti per arrestare uno spacciatore, subito dopo avrebbero controllato e perquisito anche gli altri due pusher sottraendogli 600 euro. Uno di loro ha telefonato all’agente che conosceva per sapere se era “normale” quello che era accaduto, ma gli ha anche domandato come poter riavere i documenti. L’agente lo ha indirizzato in Questura, dove i due stranieri hanno detto di voler fare denuncia,  ma sarebbero stati invitati ad attendere. Dopo un po’, hanno deciso di andarsene. Hanno richiamato il poliziotto e la mattina dopo (il 21 ottobre) hanno fatto denuncia negli uffici della Squadra mobile. Da lì la partenza dell’indagine.

Un “problema” nella ricezione della denuncia si è verificato anche nel secondo episodio, la cui vittima si è poi rivolta ai Carabinieri. Ecco come sono andate le cose: la “volante” su cui viaggiavano Neretti e Andreani, la sera dell’11 novembre, è stata chiamata in un bar vicino a porta Mazzini gestito da cittadini cinesi per un tunisino ubriaco e molesto che aveva litigato con un altro cliente. I poliziotti sono arrivati e dopo un controllo all’interno del locale hanno accompagnato fuori il tunisino e lo hanno perquisito: in questo frangente gli avrebbero sottratto 900 euro (che lo straniero ha detto gli servivano per l’affitto) e il telefono. Poi lo hanno caricato sull’auto e sono partiti verso via Massarenti, venendo in breve tempo affiancati dall’altra volante.

La “spedizione punitiva” si sarebbe concretizzata nella zona di campagna delle Roveri a Castenaso: lì i quattro hanno fatto scendere il tunisino e Neretti lo avrebbe picchiato mentre era ammanettato. Lasciato lì senza scarpe lo straniero ha chiesto aiuto suonando a un campanello, ma la donna spaventata ha contatto l’ambulanza e i Carabinieri. Una pattuglia dei militari è arrivata sul posto, ma si è limitata a dire allo straniero di farsi accompagnare al S.Orsola dall’ambulanza, per poi allontanarsi. Lo straniero ha fatto così, ma dopo alcune ore di attesa al Pronto soccorso se n’è andato dirigendosi in Questura per fare denuncia dove però non sarebbe stato ascoltato, anzi, gli sarebbe stato detto che quello che raccontava non aveva nessun fondamento. Così ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri di Bologna centro, di cui conosceva un militare. Qui la sua denuncia viene raccolta e trasmessa immediatamente in Procura: lo stesso 12 novembre, il tunisino viene ascoltato dal procuratore aggiunto Valter Giovannini. Poi l’episodio confluisce nell’inchiesta già  avviata il mese prima dalla Squadra mobile. Il pusher viene medicato in un secondo momento in ospedale, dove gli riscontrano un ematoma dietro l’orecchio destro (con perforazione del timpano), ma anche escoriazioni ai polsi e segni di colpi a sterno e clavicole. Entrambi gli episodi denunciati dagli spacciatori (clandestini e con passate condanne per spaccio), è stato spiegato questa mattina in Questura, hanno trovato riscontri probatori nel corso delle indagni: in primis per i movimenti delle celle telefoniche oltre che in dichiarazioni di testimoni. (DIRE)

 

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