Colombia, Nestlé ancora sotto accusa

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Nel frattempo, aveva anche ottenuto misure di protezione da parte della Commissione Interamericana dei Diritti Umani dell’Organizzazione degli Stati Americani (Oea) per delle minacce recapitategli dai gruppi paramilitari. Ma la protezione non gli è bastata e Romero è stato ucciso.Il caso, dopo numerosi anni torna alla ribalta: l’associazione internazionale per i diritti umani lo European Center for Constitutional and Human Rights (Ecchr) e il sindacato colombiano dell’industria alimentare (Sindicato Nacional de Trabajadores del Sistema Agroalimentario-Sinaltrainal) hanno presentato una denuncia presso il tribunale svizzero di Zug contro la multinazionale Nestlé accusandola di essere corresponsabile della morte di Luciano Romero, lo afferma, attraverso un comunicato, la stessa associazione umanitaria. L’Ecchr e il Sinaltrainal sostengono che la multinazionale sarebbe stata a conoscenza dei preparativi dei paramilitari colombiani per assassinare Romero non intrapendendo nessuna misura “ragionevole ad impedire l’infrazione”.

Nel documento di denuncia viene affermato che le molteplici minacce giunte ai danni del sindacalista non provenirrebbero direttamente dal gruppo Nestlé, ma la stessa multinazionale non avrebbe applicato “le necessarie garanzie di tutela e cura” essenndo informata degli episodi.

“L’obiettivo è stabilire un precedente giuridico per la responsabilità  delle imprese nelle regioni di conflitto – ha spiegato Wolfgang Kaleck, segretario generale dell’Ecchr – affinché le società  straniere si adoperino nella difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini condividendo tutte le informazioni importanti relative alla gestione dei rischi”.

“In ogni caso le accuse contro la Nestlé sollevano interessanti domande giuridiche, sui doveri delle aziende multinazionali in relazione alle vicende penali che coinvolgono l’ambiente globale della loro produzione – commenta il quotidiano tedesco ‘Sueddetsche Zeitung’ – indubbiamente può essere che in Colombia, dove è stato ucciso Romero e dove i grandi latifondisti e i gruppi paramilitari hanno stabilito una sorta di ‘ordine di controllo’, le aziende multinazionali beneficino indirettamente di questo status quo: se la Nestlé ha agito negligentemente approfittando di questo ‘sistema’ e sfruttandone gli eccessi, è ora compito della procura di Zug accertarlo”. Proprio i metodi di Nestlé Colombia furono già  giudicati inaccettabili in quanto non garantivano “la qualità  dei prodotti. Non rispetta l’ambiente e la sua politica nei confronti dei lavoratori è fuori da ogni limite tollerabile” dal Consiglio del Tribunale d’opinione istituito dall’organizzazione internazionale MultiWatch a Berna.

La multinazionale ha pubblicato un comunicato contestando le accuse. In una dichiarazione inviata a Efe, Robert Tickle, direttore della comunicazione di Nestlé Colombia, assicura che la multinazionale preparerà  una “vigorosa difesa contro le accuse presentate da Ecchr e Sinaltrainal” ricordando che il sindacato colombiano “ha accusato la Nestlé di complicità  già  varie volte in Colombia” senza trovare mai nessun riscontro. Per ora.


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