Consob fa slittare il bilancio Fondiaria Sai

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MILANO – Un cda-fiume, di otto ore; complesso ma tutto sommato pacifico, spiega chi ha vissuto da vicino i lavori di Fonsai. Sufficiente ad approvare all’unanimità  l’aumento di capitale da 1,1 miliardi, ma non ad approvare il bilancio 2011. 
La Consob infatti il giorno prima, nella sua attività  di “monitoraggio preventivo” sulla società , aveva chiesto di spiegare con chiarezza alcuni passaggi, di esplicitare non solo le grandezze economiche ma le motivazioni di alcune poste di bilancio. Alla luce di queste richieste, il consiglio di amministrazione ha dunque approvato i numeri del bilancio, ormai considerati definitivi (che evidenziano una perdita di circa 1.040 milioni), ma il cda non ha potuto dare il disco verde alla Nota integrativa, perché non conteneva le spiegazioni e i chiarimenti richiesti dall’autorità  di vigilanza. Secondo le ricostruzioni, i punti su cui la Commissione ha chiesto delucidazioni che il testo originario non comprendeva sono relativi alle riserve, agli immobili e a Popolare vita.
Dunque, l’approvazione del bilancio slitta ad un prossimo cda, che dovrebbe tenersi il 26 marzo. Dopo l’assemblea chiamata ad approvare l’aumento di capitale, che si svolgerà  lunedì, e in cui verranno fornite le tante risposte chieste alla società  da Isvap, Consob e Sator-Palladio. Nella stessa occasione sarà  presente anche il rappresentante comune degli azionisti di risparmio, che potrebbe a sua volta intervenire in assemblea (o depositare un suo quesito scritto). I mezzi freschi dell’aumento da 1,1 miliardi porterebbero il margine di solvibilità  proforma al 31-12 intorno al 125% mentre facendo i conti all’8 marzo il proforma salirebbe al 136%.
Ma quello di Fonsai non è l’unico aumento sul piatto: Unicredit ha scritto a Premafin sollecitandola ad accelerare i processi deliberativi necessari per seguire l’aumento di capitale di Fonsai, nell’ambito del piano di integrazione con Unipol. Premafin oggi terrà  un cda con le “comunicazioni del presidente” ma non con l’approvazione del bilancio, operazione per la quale è necessario l’impairment test sulla partecipazione Fonsai e la comfort letter delle banche creditrici sulla rinegoziazione del debito (per approvare il bilancio nel presupposto della continuità  aziendale). A quanto pare la bozza di accordo sul debito, messa a punto in questi giorni, non ha ancora l’ok di alcune banche. Ambienti finanziari dicono che hanno forti perplessità  Ge (l’ex Interbanca) ma qualche dubbio ce l’avrebbe anche Cariparma; lo stesso Banco Popolare (e forse un’altra banca) avrebbero chiesto modifiche al testo messo a punto da Unicredit. Tanto che un primo impegno – non vincolante – alla ristrutturazione potrebbe essere messo per iscritto nel fine settimana ma non avere le firme di tutti i creditori Premafin. 
Ma ieri è stato anche il giorno del cda di Unipol. La compagnia ha diffuso un comunicato a tarda notte, con le indicazioni del piano industriale della “grande Unipol” (con Fonsai) al 2015: raccolta premi nel ramo danni di 10,5 miliardi di euro, 7,1 nel vita, e un utile netto di un miliardo. Nel medio termine il matrimonio con Fonsai porterebbe a sinergie complessive per oltre 300 milioni e un combined ratio al 93%. Per quanto riguarda il bilancio Unipol 2011, si chiude in rosso di 94 milioni, che sarebbe stato un utile netto di 226 milioni ante “impairment”.


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