E sulla vicenda pesa l'”italiana” Sonia Gandhi

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KOLLAM – Nella vicenda dei marò italiani c’è anche, o forse innanzitutto, una questione “etnica” che pesa come un macigno. L’India, un gigante da 1 miliardo e 200 mila persone, non solo è un paese che non deve nulla e non ha nulla da chiedere alla piccola Italia, ma è soprattutto un paese diviso nella politica e complicato nella suddivisione dei poteri fra l’Unione centrale e i vari stati. La politica a livello nazionale è pressocché impotente sul caso, anzi è orientata fortemente contro l’Italia. Sonia Gandhi, moglie italiana dell’ex premier Rajiv ucciso dai terroristi, da anni è il capo del Partito del Congresso, al potere a New Delhi e formalmente anche nel Kerala guidato dal chief minister Oommen Chandy e dai cui proviene anche il navigato e potente ministro della Difesa nazionale Anthony. Ebbene, per qualsiasi cosa riguardi gli italiani, Sonia viene tirata in ballo negativamente. 
Negli anni ‘90 un mediatore d’affari italiano, Ottavio Quattrocchi, fu coinvolto in uno scandalo di mazzette per dei cannoni della Bofors svedese. Da allora l’accusa di contatti con la «mafia italiana» ha perseguitato Sonia. Le accuse di collusione con i «mafiosi» sono ripartite in queste ore, per cui Sonia invece di essere un potenziale aiuto, si è trasformata in un ostacolo per qualsiasi intervento del governo dell’Unione sul Kerala.
Inoltre il governatore Chandy il 14 marzo ha una piccola elezione suppletiva in un collegio. Chandy governa con 71 voti contro i 68 dell’opposizione. Per questo non può mostrarsi debole con gli italiani, è il primo a cavalcare l’ondata anti-italiana, e anche ieri ha detto «le prove contro gli italiani sono pesanti, devono essere giudicati dai nostri giudici, i nostri pescatori devono avere giustizia». 
Il Kerala ha 2 milioni di elettori fra pescatori e famiglie, ma soprattutto sulla sicurezza dei suoi pescatori da mesi è in atto una crisi profonda, con il governo accusato di non fare nulla per difenderli nel loro lavoro in mare. Dopo la sparatoria del 15 febbraio, la settimana scorsa una nave pirata ha travolto un altro peschereccio, uccidendo altri 4 pescatori e affondando la barca.
Il clima è talmente teso che la settimana scorsa il cardinale Alencherry è stato costretto a rimangiarsi la timida proposta di una mediazione fra India e Italia. Lo stesso clima che ha reso impossibile l’incontro di pacificazione che il sottosegretario De Mistura avrebbe voluto organizzare, qui a Kollam, con i familiari di uno dei pescatori uccisi, sabotato dalla polizia del Kerala, che dipende da Chandy. Una tempesta perfetta, in cui l’India ha tutte le carte in mano.


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