by Editore | 31 Marzo 2012 10:30
Quasi 70 euro in più all’anno. Tanto potrebbe costare alle famiglie italiane il pesante aumento di primavera delle bollette di luce e gas. Secondo quanto deciso dall’Autorità per l’energia, a partire da domani, domenica primo aprile, accendere una lampadina o usare una lavatrice costerà il 5,8% in più. E da maggio dovrebbe scattare un ulteriore aumento del 4% della tariffa elettrica (ancora non confermato dal Garante). Questo perché nell’aumento previsto per il trimestre aprile-giugno vengono considerati tutti i costi tranne la componente di incentivazione per le rinnovabili che verrà quindi “caricata” a partire da maggio. E così, la bolletta elettrica delle famiglie subirà un ritocco iniziale pari a 27 euro annui dal primo aprile che rischiano di diventare circa 45 euro in più dal mese successivo.
Pesante, anche se percentualmente inferiore, il ritocco che cadrà sulle bollette del gas: l’incremento per il trimestre sarà dell’1,8% per un aggravio annuo che ammonterà a 22 euro. In totale tra gas e luce, quindi, il rincaro immediato sarà di 49 euro l’anno a famiglia, che da maggio dovrebbero salire a 70.
«L’autorità , con il differimento degli incrementi per l’elettricità , sente l’esigenza di dare un segnale chiaro e concreto», ha spiegato il presidente Guido Bortoni. Questo per permettere «ai decisori delle politiche energetiche di operare le migliori scelte con modalità sopportabili per i cittadini e alle imprese, alle quali si sta già chiedendo uno sforzo titanico».
Dietro questo nuovo picco di gas e luce, che arriva dopo la lunga scia di aumenti del 2011, ancora una volta ci sono i record del petrolio, oltre ai maggiori costi «per il mantenimento in equilibrio del sistema» e «l’andamento della Borsa elettrica», spinta «dall’emergenza freddo di febbraio». In questi ultimi tre mesi il costo del greggio è salito dell’8,5%. Ma se la comparazione avviene sull’anno precedente, il rincaro è del 37,5% grazie anche al deprezzamento dell’euro sul dollaro.
Nel 5,8% di aumento dell’elettricità , una buona parte è da addebitare agli «interventi urgenti messi a punto per la sicurezza del sistema elettrico, anche in presenza di una crescita esponenziale della generazione da fonti come il fotovoltaico», che rappresenta da solo il 40% circa del ritocco attivo da domani. L’authority spiega poi di essere «di lavorare ad ulteriori misure per far sì che i maggiori oneri dei servizi vengano in parte sostenuti dai produttori e non integralmente dai consumatori».
Anche per il gas pesa l’aumento della materia prima (i cui prezzi sono legati alle quotazioni del petrolio) e la crescita degli oneri di distribuzione. Questi, in particolare, hanno comportato un aumento dei prezzi del 2,2%. Secondo l’autorità l’incremento «è stato contenuto all’1,8% per effetto del nuovo metodo di aggiornamento che tiene conto anche del decreto “Cresci-Italia”, che include fra i parametri i prezzi che si formano sui mercati europei. Magra consolazione per le associazioni dei consumatori decise a farsi sentire. Dice, ad esempio, Federconsumatori: «Ora bisogna fare una sana pulizia delle bollette depurandole di tutti gli oneri, contributi e tasse che hanno un discutibile legame con i beni acquistati».
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