I redditi: Fisco, dichiarazioni shock i datori di lavoro guadagnano molto meno dei dipendenti

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Un Paese con molti poveri o con troppi evasori: dalle dichiarazioni dei redditi del 2011 sulle entrate del 2010 risulta che l’italiano medio vive con 19.250 euro l’anno. Ma un reddito su tre è inferiore ai 10 mila euro e quasi il 50 per cento dei contribuenti non supera i 15 mila euro. I datori di lavoro – secondo i dati del Dipartimento Finanze del ministero dell’Economia – dichiarano 18.170 euro l’anno, meno dei loro dipendenti (19.810). Pochissimi i contribuenti che si possono considerare ricchi: solo l’1 per cento degli italiani che paga le tasse ammette di percepire entrate superiori ai 100 mila euro e solo lo 0,07 per cento confessa redditi dai 300 mila euro in su. Oltre dieci milioni d’italiani non versano nemmeno un euro di Irpef: il loro reddito risulta sotto la soglia esente.
In un anno dominato dalla crisi sono rimaste pesanti le divergenze fra Nord e Sud, ma le difficoltà  economiche non hanno frenato la solidarietà : nel 2010 quasi un milione di contribuenti ha effettuato donazioni alle Onlus. In calo invece del 3,5 per cento i versamenti a favore delle istituzioni religiose.

Le classi di reddito / Metà  italiani sotto i 15 mila euro più di 10 milioni non pagano l’Irpef   Tutte le cifre del 2010 Imprenditori con 18.170 euro, dipendenti con 19.810Un italiano su quattro è troppo povero per pagare l’Irpef. Nel Lazio l’addizionale più alta 


L’italiano medio vive con 19.250 euro l’anno, ma quasi uno su due (il 49 per cento) non arriva ai 15 mila e uno su tre si ferma sotto la soglia dei 10 mila. I dati arrivano dal Dipartimento Finanze del ministero dell’Economia e dalle elaborazione fatte dai tecnici sulle dichiarazioni presentate lo scorso anno sui redditi del 2010 (Unico, modello 730 e 770). Numeri ufficiali dunque, talmente bassi da tracciare il ritratto di un Paese che vive, se non in povertà , sicuramente con grande modestia e profonde differenze sociali. Evasione a parte, chiaramente. Se ben il 90 per cento degli italiani dichiara un reddito che sta sotto i 35 mila euro, solo l’1 per cento può contare su entrate superiori ai 100 mila. I ricchi – quelli che dichiarano più di 300 mila euro – sono solo lo 0,07 per cento della popolazione, 30.590 contribuenti appena su un totale di oltre 41 milioni. Più numerosi quelli che, rientrando nella soglia di esenzione (7.500 euro cui vanno aggiunte le detrazioni), non versano un euro di Irpef: sono 10,6 milioni.

Le curiosità  / Imprenditori sotto il reddito medio autonomi e professionisti a 42 mila euro    


Fare l’imprenditore – secondo di dati del Dipartimento Finanze – non conviene: tanti pensieri e pochi soldi. Dalle dichiarazioni Irpef del 2011 risulta infatti che i lavoratori dipendenti guadagnano, in media, più dei loro datori di lavoro. I primi superano addirittura la media nazionale e dichiarano 19.810 euro di reddito annuo. I loro datori di lavoro si fermano invece a 18.170 e non raggiungono il reddito medio. 
I “padroni” dunque sarebbero più poveri degli “operai”: una lettura che la Cgia di Mestre contesta (fra i dipendenti, commentano, si considerano anche i magistrati, i dirigenti e i manager pubblici e privati). Peggio dei datori di lavoro – restando ai dati forniti delle Finanze – stanno solo i pensionati che dichiarano un reddito di 14.980 euro annui: rappresentano quasi il 37 per cento dei contribuenti e vivono – in media – con una pensione di 1.200 euro lordi. L'”exploit” arriva invece da lavoratori autonomi e professionisti, categoria che dichiara in media 41.320 euro l’anno.

Le regioni / La Lombardia prima, i poveri in Calabria ma è al Sud che si pagano più tasse   Il reddito medio dei contribuenti risulta pari a 19.250 euro. Nella categoria superiore lo 0,07% 


Nord e Sud: il divario si vede anche dai redditi. Le dichiarazioni sulle entrate del 2010 ci dicono che in media i contribuenti più ricchi abitano nel Nord-Ovest e i più poveri nelle Isole. La regione con il reddito medio più elevato è la Lombardia (22.710 euro) seguita dal Lazio (21.720); la Calabria registra invece il reddito più basso, fermandosi a 13.970 euro. Eppure, secondo lo Svimez sono proprio le regioni meridionali a pagare, in proporzione, più tasse: «E’ così contrariamente alla vulgata corrente – sottolinea il loro rapporto – Nel 2010 ogni cittadino del Sud ha versato 298 euro pro capite, contro i 385 del Centro e i 410 del Nord. In termini di peso sulla ricchezza le cifre però cambiano: il peso delle entrate tributarie sul Pil al Sud è dell’1,74 per cento, al Centro dell’1,34, al Nord dell’1,36 per cento». Va detto che sul conteggio pesano gli automatismi fiscali previsti in caso di deficit sanitario. Quanto alle addizionali regionali Irpef, in testa c’è il Lazio: 440 euro medi rispetto ai 280 nazionali.

I dati del Dipartimento Finanze / Quasi un milione finanzia le onlus in calo donazioni alla Chiesa e mutui    


In crisi, ma solidali. Nonostante il 2010 non sia stato un buon anno per i redditi degli italiani, quasi un milione di contribuenti ha effettuato una donazione a favore delle Onlus. Hanno convinto di meno, invece, le istituzioni religiose: le «erogazioni» in loro favore sono risultate in calo rispetto all’anno precedente (meno 3,5 per cento).
Dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi risulta in diminuzione anche la spesa sostenuta per interessi passivi sui mutui: gli oneri relativi a quelli di recupero edilizio sono scesi del 28 per cento (un po’ a causa della stretta bancaria, un po’ per la sospensione del pagamento delle rate concessa in caso di difficoltà ). E’ invece aumentata (o emersa dal nero) la spesa per addetti all’assistenza personale (le badanti): più 21,8 per cento. Dai dati delle Finanze risulta inoltre che – sempre restando in tema di oneri detraibili – sono lievitate le spese per la riqualificazione energetica degli immobili (più 23 per cento) e per il recupero edilizio (più 12).


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