Il premier accelera sulla corruzione

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ROMA – Due settimane per il maxi-emendamento del governo sulla corruzione. A lavorarci per scriverne l’ossatura è, da ieri, il Guardasigilli Paola Severino. Che ai suoi ha detto: «Costruirò delle fattispecie che partano dalla tutela di un bene costituzionale, garantiscano la concorrenza e il buon andamento della pubblica amministrazione». Istituzionale come sempre, il ministro della Giustizia. Si riferisce alla corruzione tra privati, al traffico di influenze, all’aumento delle pene massime per la corruzione, al destino della prescrizione e della concussione.
Ma dopo il lungo aperitivo con Monti e l’Abc della politica grava su di lei il peso di scelte foriere di grandi tensioni parlamentari e politiche. Di cui si è avuto un assaggio già  nell’incontro, soprattutto per via di una battuta dell’ex Guardasigilli Angelino Alfano sulla concussione. E che s’incrociano con la ricerca di un compromesso, tutto da scrivere anche questo, sulla responsabilità  civile dei giudici, e con una legge “avvelenata” come quella sulle intercettazioni su cui incombe sempre il bavaglio bipartisan. Per Severino s’annuncia un 2012 di fuoco.
A partire dalla corruzione. Che, va detto, il Pdl ha cercato di rinviare ancora. Mentre Alfano, l’altra sera a palazzo Chigi vantava i vantaggi di una legge delega, sono stati Bersani e Casini a dirgli che «non era più tempo di perdere la faccia non facendo nuove norme contro la corruzione giusto mentre si prendono soldi dalle tasche degli italiani». «Ce le chiede l’Europa» hanno ribadito i due leader di Pd e Udc, con l’aria di chi non ammette discussioni e deroghe. Qui Severino elenca le possibili novità . Quando arriva a parlare di concussione il suo predecessore Alfano la ferma con una battuta: «Beh…qui c’è l’emendamento del Pd no?». Bersani sorride, ma non raccoglie. Anche se ovviamente sa bene di cosa si sta parlando. Il ddl Ferranti, Orlando e altri 28 deputati del Pd in cui s’ipotizza di far confluire la concussione in tre diversi reati, estorsione anche aggravata, corruzione, abuso di funzione. Testo di cui Donatella Ferranti dice: «Qui non si cancella niente, si prevedono altre fattispecie, dove la minaccia, anche larvata, dà  il via all’estorsione aggravata, dove la concussione per induzione rientra a pieno titolo nella corruzione, dove l’abuso di funzione, una nuova figura di reato, è punito fino a 5 anni. Da anni, ce lo chiede l’Ocse di rivedere la concussione. Lo sollecita uno come Pier Camillo Davigo». Del resto, come sa lo stesso Bersani, anche Idv e Fli hanno chiesto la stessa modifica. E l’avevano ipotizzato al Senato Li Gotti (Idv) e la Finocchiaro (Pd). Tutto ancor prima che Berlusconi telefonasse in questura per far liberare Ruby. Ma adesso che c’è di mezzo lui e l’accusa al processo nulla è più neutro come prima. In tempi di salvacondotti, ogni passo assume un altro colore. Ferranti, ovviamente, non lascia neppure uno spiraglio: «Il reato di Berlusconi non si cancella, ma per il principio della successione delle leggi sarà  riqualificato».
Certo è che sulla “vittoria” di Monti, Bersani, Casini su Alfano, che voleva rinviare la legge sulla corruzione, calano le voci di un accordo per avvantaggiare Berlusconi. Ad accentuare la pista della trattativa c’è lo scambio con la legge sulle intercettazioni. Quella sì voluta da Alfano, ma proposta da Casini. Il governo farà  una nuova bozza che viaggerà  in Parlamento in contemporanea con l’anti-corruzione per dare un contentino al Pdl. Un’intesa al ribasso ci sarà  anche sulla responsabilità  civile dei giudici. Le toghe continuano a dire che su questo tema «non si tratta». Parere unanime per tutte le correnti. E invece una trattativa è inevitabile, perché l’intesa di palazzo Chigi prevede che cada la responsabilità  diretta, ma resti la possibilità  di citare un giudice per «manifesta violazione del diritto». Severino metterà  dei paletti, ma la frase proposta dal leghista Gianluca Pini alla Camera rimane con tutta la sua potenzialità  distruttiva.


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