Kucinich, sconfitto il liberal pacifista Ora pensa al ritiro

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«Tutte le cause progressiste mi hanno visto a fianco della gente», faceva appello agli elettori alla vigilia delle primarie democratiche per il Congresso. «Lo stesso non si può dire della mia avversaria», la collega di partito e deputata Marcy Kaptur. Martedì, però, il 60% dei democratici gli hanno preferito Kaptur, che a novembre si scontrerà  col repubblicano Samuel Wurzelbacher, più noto alle cronache come Joe l’idraulico dopo un incontro-scontro con Barack Obama nel 2008. In realtà , più che a un’infatuazione degli elettori per un candidato moderato – anche Kaptur fa parte dell’ala liberal del partito democratico – alla débà¢cle di Kucinich ha contribuito soprattutto una ridistribuzione delle circoscrizioni elettorali, voluta dalla legislatura repubblicana, che ha finito per mettere i due democratici uno contro altra nello stesso seggio.
Il sessantacinquenne Kucinich calca la ribalta dal 1977, quando venne eletto sindaco di Cleveland a soli 31 anni. Il «boy mayor», come venne subito soprannominato, assurse agli onori della cronaca non solo perché era il più giovane sindaco della storia americana, ma anche per la sua crociata contro i poteri forti della città . Kucinich si oppose infatti alla vendita della locale azienda elettrica, fortemente voluta dalle banche a caccia di investimenti nel settore, ed entrò persino nel mirino della mafia, che per un po’ lo volle morto. Caduto nel dimenticatoio per qualche anno in seguito alla mancata rielezione a sindaco, nel 1996 divenne deputato, stavolta tra le file dei democratici anti-abortisti, fronte che ha successivamente abbandonato, e da allora è un punto di riferimento per la galassia liberal americana. Da sempre sostenitore dei sindacati, non ha mai tradito le proprie origini «working class». Ma è stata probabilmente la politica estera a farlo conoscere al grande pubblico negli Stati uniti e all’estero. Candidato alle presidenziali nel 2004 e nel 2008, fu tra i primi a condannare – e a votare contro – gli interventi americani in Iraq e in Afghanistan e contro il Patriot Act, la legge anti-terrorismo approvata dall’amministrazione Bush all’indomani dell’11 settembre. Non di rado, nel corso della sua lunga carriera, si è fatto promotore di proposte provocatorie, come quando, durante la campagna per le presidenziali, inserì tra i punti del suo programma la creazione del Ministero per la Pace. Tentò anche invano di avviare la procedura di impeachment contro George W. Bush e il suo vice Dick Cheney, accusandoli di aver trascinato gli americani in guerra dopo aver falsificato le prove raccolte dai servizi di intelligence in Iraq. 
Neppure la politica estera di Obama gli è andata giù. Dopo l’intervento americano in Libia, agitò lo spettro dell’impeachment anche contro di lui. «Il presidente Obama ha agito senza l’autorizzazione del Congresso ed è andato contro il dettato della Costituzione», dichiarò al sito indipendente The Raw Story. Ora che le primarie hanno incoronato Kaptur, c’è chi dice che continuerà  la sua carriera politica in un nuovo seggio che si è aperto nello Stato di Washington. Un auspicio, per molti liberal, perché, come ha scritto John Nichols sul The Nation, «quando i repubblicani tramavano per fare una guerra senza senso all’Iraq, mentre gli altri democratici tacevano, Dennis Kucinich fu il solo a invocare la pace e a dare speranza agli attivisti negli Stati uniti e nel resto del mondo».


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