La Lega araba da Baghdad: Assad applichi il «piano Annan»

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In linea con la bozza di risoluzione circolata mercoledì sera, i leader arabi presenti (una dozzina su 22) non hanno spinto sull’acceleratore del confronto con Assad. In verità  l’Arabia saudita e il Qatar avrebbero voluto toni molto più duri contro la (storica avversaria) Siria, già  sospesa dalla Lega araba. Ma la parola d’ordine è quella di dare pieno sostegno al piano di Annan, accettato da Assad, e non è certo casuale l’assenza al vertice dei regnanti sauditi e qatarioti. Tantopiù che ieri sera proprio il presidente siriano ha inviato una lettera nella quale dichiara di accettare il piano di Kofi Annan ai capi di stato e di governo di Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica (Brics) riuniti a Nuova Delhi.
«L’iniziativa della Lega Araba è chiara e non chiede le dimissioni di Bashar – aveva anticipato il ministro degli esteri iracheno Hoshyar Zebari – Spetta alla popolazione siriana decidere, scegliere, eleggere i propri leader». Damasco in ogni caso aveva fatto sapere che avrebbe rifiutato ogni iniziativa presa dalla Lega Araba, perché «dal momento della sospensione della sua adesione» all’organizzazione, «la Siria tratta con i Paesi membri a titolo bilaterale». «Il presidente Assad dia ai suoi impegni un’applicazione immediata», ha detto il segretario dell’Onu Ban Ki-moon. 
Di tutte altre crisi, i leader arabi – tra il quali, per la prima volta in 22 anni a Baghdad, l’emiro Sheikh Sabah Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah l’unico capo di Stato dei paesi del Golfo a partecipare al summit – hanno discusso ben poco, a partire dal conflitto israelo-palestinese fino a qualche tempo argomento principale nell’agenda dei summit arabi. Proprio dieci anni fa, l’Arabia saudita presentava al vertice di Beirut quello che è considerato il piano arabo più completo per arrivare ad un accordo nella regione: ritiro israeliano alle linee del 1967, nascita dello Stato di Palestina in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, diritto al ritorno per i profughi, in cambio di trattati di pace tra i paesi arabi e lo Stato ebraico. Israele non solo non l’ha accettato ma non ha mai risposto formalmente all’offerta. Non si è parlato neanche del Bahrain. Protetto dall’Arabia saudita, re Hamad bin Isa al Khalifa non è stato chiamato a rispondere dei crimini che commette contro la sua popolazione. Da notare la presenza a Baghdad del presidente sudanese Omar Bashir, colpito da un mandato d’arresto del Tribunale penale internazionale. appoggio sostanziale alla trattativa. E il presidente siriano scrive ai «Brics» a Seul dichiarando di avere accettato il piano presentato da Kofi Annan a nome dell’Onu e della stessa Lega araba


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