La liberazione di Rossella fermata all’ultimo minuto

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Rossella Urru, la cooperante italiana rapita il 23 ottobre scorso in un campo di profughi sarawi in Algeria è in Mali, ma per la sua liberazione, all’ultimo momento, è sorto qualche intoppo.Quale non è ben chiaro. Bocche cucite a Nouakchott e bocche cucite anche a Bamako, anche se lo stringer del Corriere su piazza nella capitale maliana ieri per tutto il giorno ha ripetuto «Rossella è qui, probabilmente nel nord. Le trattative si sono concluse, stava partendo per Bamako, poi qualcosa è andato storto».
Alla notizia di un’agenzia, secondo cui la ventinovenne sarda sarebbe alloggiata in un albergo della città , si mette a ridere, aggiungendo: «Lo sapremmo sicuramente».
Anche dalla Mauritania nessuna novità : «Oltre alla liberazione di Abdelrahman Ould Imidou, un maliano detenuto per terrorismo, capo della banda che nel 2009 ha sequestrato i coniugi italiani Cicala, i termini dell’accordo prevedono un riscatto, ma non si conosce l’ammontare. Comunque qui il governo è molto rigido, per questo è più credibile l’ipotesi che la ragazza venga rilasciata in Mali, dove scambi di ostaggi con la liberazione di detenuti (e denaro) sono abbastanza frequenti».
Proprio per questo tra Mauritania e Mali le relazioni non sono affatto buone. Bamako l’anno scorso ha scarcerato quattro mauritani militanti di Al Qaeda per un Maghreb Islamico, accusati di terrorismo, in cambio di alcuni ostaggi spagnoli. 
Per protesta Nouakchott, dopo aver definito «sorprendente» il provvedimento, aveva richiamato il proprio ambasciatore nel Paese vicino, aggiungendo che la misura era «un attentato alle relazioni tra i due Paesi e in contraddizione flagrante degli accordi di cooperazione giudiziaria e di coordinamento negli affari della sicurezza tra i due Paesi».
Il mistero su queste ore di detenzione è quindi fitto. Sempre a Bamako fonti riservate hanno assicurato che la ragazza sta bene e che si tratta solo di un ritardo. Nel nord del Mali, tra l’altro, sono in azione ribelli tuareg e ciò complica le cose. Le comunicazioni sono difficili e gli scontri tra guerriglieri e governativi quotidiani. Inoltre i rapporti tra tuareg e membri del gruppo Jamaat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi, cioè Movimento Unito per la Jihad nel Sahara Occidentale (Mujao) che detiene Rossella Urru, non sono idilliaci.
Sempre in quella zona di pieno Sahara, di fatto terra di nessuno, operano banditi e predoni dediti a traffici di ogni genere: droga, migranti che scappano delle guerre o dalla povertà  e cercano di passare in Europa, contrabbando, prostituzione. Insomma ci sono tutte le sfaccettature del malaffare.


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