L’Ucraina in piazza contro i figli di papà  “Giustizia per il martirio di Oksana”

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Mosca – Il volto paffutello di una ragazza di 19 anni è diventato il simbolo della rivolta della gente di Ucraina contro l’arroganza del potere e l’impunità  della nomenklatura locale. Oksana Makar è morta ieri mattina dopo venti giorni di tormenti nel centro ustioni del capoluogo carbonifero di Donetsk, proprio di fronte allo stadio ipertecnologico che ospiterà  gli Europei di calcio a giugno. Ma adesso tutta l’Ucraina senza distinzioni politiche o sociali chiede che venga fatta giustizia. E questa volta senza i soliti favoritismi.
La sera del nove marzo, nella cittadina meridionale di Nikolaiev, tre ragazzi tra i 21 e i 23 anni, l’hanno picchiata, violentata e infine bruciata viva abbandonandola nel cortile di un vecchio cantiere, dove è rimasta dieci ore ad agonizzare nella neve prima di essere trovata da un guardiano. Rampolli di famiglie ben in vista a Nikolaiev e dintorni, i tre sono stati arrestati e hanno raccontato senza la minima emozione perfino i dettagli della loro impresa. Ma uno di loro è il figlio di un ex governatore regionale del partito al potere; un altro invece è figlio del più alto magistrato della città  in pensione da poco; il terzo un funzionario comunale molto ben inserito. Inevitabilmente sono stati rilasciati nel giro di poche ore da ossequiosi poliziotti e comprensivi magistrati che non hanno nemmeno chiesto una pur minima cauzione.
Troppo, perfino per un Paese che da un anno vede in carcere senza un’accusa credibile l’amatissima ex premier Yiulia Tymoshenko, e dove il livello di prevaricazione e di violenza della polizia sta superando i record dell’era sovietica. Poco controllabile, proprio perché spontanea e assolutamente non politica, la protesta si è infiammata subito. Hanno cominciato gli amici e i vicini della borgata di periferia dove abita la poverissima famiglia di Oksana, stampando foto, nomi, cognomi e qualifiche dei tre assassini e distribuendoli ovunque in città . Internet ha fatto il resto. I cortei nella piazza principale di Nikolaiev si sono estesi nelle altre regioni fino a raggiungere la piazza del Parlamento di Kiev.
Il presidente Viktor Yanukovich, che ha già  tante grane riguardo al mancato rispetto dei diritti umani in Ucraina, ha dunque deciso di sacrificare i privilegi della nomenklatura di periferia: ha ordinato l’arresto immediato dei tre e ha disposto il trasferimento della povera Oksana nel centro di Donetsk considerato il migliore del Paese. Troppo tardi. Alla ragazza, avevano già  amputato un braccio, era stata curata in maniera approssimativa e in ogni caso il suo cuore non ha retto allo strazio.
E mentre il Partito Comunista chiede l’immediato ripristino della pena capitale, le cose si mettono male per i tre assassini che, secondo qualche giornale sarebbero già  stati condannati a morte dalla mafia locale, ansiosa anche lei di cavalcare l’onda dello sdegno popolare. E il governo teme che l’intera vicenda possa rivoltarglisi contro. Oggi, all’apertura dell’ennesimo processo contro Yiulia Tymoshenko, tra striscioni e bandiere ormai ripetitivi, ci saranno anche le foto del sorriso sperduto di Oksana Makarev.


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