Le liberalizzazioni diventano legge

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ROMA – È legge il decreto liberalizzazioni. La Camera (con 365 sì e 61 no e 6 astenuti) dà  il via libera alle misure varate dal governo a fine gennaio. Molti gli assenti, tra cui Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani. Entro il fine settimana il decreto passerà  alla firma dal Capo dello Stato. «Sono molto soddisfatto. È stato raggiunto un importante traguardo», il commento del premier Mario Monti, presente alla votazione. Il governo «era preparato all’opposizione dei tanti gruppi di interesse, titolari di rendite di posizione non più giustificabili né salvaguardabili». 
Resta in realtà  ancora da risolvere il rebus delle commissioni bancarie che, con un voto del Senato, erano state azzerate. Una decisione che aveva portato alle dimissioni dell’esecutivo dell’Abi. Ieri il governo ha accolto un ordine del giorno bipartisan, con cui si è impegnato a ripristinarle «in tempi rapidi». Probabile che si risolvi tutto con un mini decreto legge, da pubblicare contestualmente al provvedimento sulle liberalizzazioni. Sono stati sciolti (tra le polemiche) anche i nodi, sollevati dalla Ragioneria dello Stato, sulla mancata copertura finanziaria per cinque articoli inseriti al Senato. È stato Pietro Giarda, ministro dei Rapporti con il Parlamento, a garantire sulle coperture. Il governo, ha spiegato parlando alla Camera, si è basato sul parere delle Commissioni Bilancio, che è stato favorevole nonostante i dubbi della Ragioneria. Sul punto più dolente, la composizione bonaria delle controversie tra creditori e Pa tramite gli istituti della composizione e cessione di crediti e transazione, annuncia Giarda, «è già  previsto un decreto attuativo del ministro dell’Economia che escluderà  ogni effetto finanziario negativo». Contestano in Aula sia l’Idv che la Lega Nord, che chiede al Presidente della Repubblica di non firmare. 
Non si arrendono i farmacisti. Federfarma annuncia la chiusura delle farmacie per il 29 marzo, iniziativa però bloccata dall’Autorità  di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, cui non risulta pervenuta alcuna proclamazione di sciopero, che dunque sarebbe illegittimo. 
Il governo accoglie anche alcuni ordini del giorno, che però non sono impegni vincolanti e ai quali spesso non si dà  seguito. Oltre a quello sulle banche (al quale l’esecutivo dovrà  rispondere velocemente con un decreto correttivo), incassano il sì anche la proposta targata Lega per il ripristino del tetto dell’1,5% sulle commissioni per i pagamenti con carte di credito e bancomat e quello che chiede di annullare il cosiddetto “beauty contest” sulle frequenze tv assegnate gratuitamente a Rai e Mediaset. Accolto anche l’ordine del giorno targato Pd per un tavolo sul settore auto e un altro della Lega sull’abolizione dell’Imu per le abitazioni e i fabbricati rurali. 
Corregge la linea il governo anche sulle Semplificazioni: accoglie le proteste dell’Authority per le Comunicazioni (che rivendica la sua autorità  sul settore), contro la norma sull’ultimo miglio. L’articolo del decreto, «un esproprio» secondo Telecom, prevede l’obbligo per la stessa azienda di vendere i servizi di affitto del cosiddetto ultimo miglio separatamente da quelli dell’attivazione della linea e della manutenzione. L’esecutivo ha presentato un emendamento correttivo che non elimina la norma, ma assegna all’Agcom il compito di individuare «le misure atte ad assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi relativi all’accesso all’ingrosso alla rete fissa e ai servizi accessori». Dunque i costi per affitto e manutenzione verranno espressi separatamente. Sparisce anche la possibilità  di rivolgersi a società  terze per la manutenzione della linea, che aveva fatto infuriare Telecom, ma anche i sindacati, che temevano la perdita di posti di lavoro.

Benzinai    


i gestori proprietari degli impianti potranno scegliere da chi rifornirsi. Niente commissioni per chi paga con il bancomat. Sarà  possibile fare il pieno, ma anche comprare bevande, giornali e sigarette.

Professioni    


Stop alle tariffe minime. Il compenso sarà  pattuito al momento dell’incarico. Il tirocinio non può durare più di 18 mesi con un rimborso spese dopo i primi sei. Per i notai aumento di 500 unità  e dal 2015 concorso annuale.

Imu Chiesa    


L’imposta scatta sugli immobili ecclesiastici o su loro frazioni dove si svolge un’attività  commerciale. Salve, in gran parte, le scuole e gli ostelli. I partiti invece continueranno a essere esenti.

Rc auto    


Addio ai rimborsi per i “colpi di frusta”: stretta sulle frodi; fino a 5 anni di carcere e banca dati danneggiati e testimoni. Sconti a chi installerà  la scatola nera. Gli automobilisti virtuosi pagheranno la stessa tariffa Rc Auto in tutta Italia.

Trasporti   


I trattamenti dei ferrovieri saranno definiti dai contratti collettivi. Sulla separazione della rete si esprimerà  l’Autorità . Obbligatori gli ambiti territoriali almeno provinciali; sì ai meccanismi premiali per gli affidamenti mediante gara.

Tesoreria unica    


Stop fino al 31 dicembre 2014 del regime di Tesoreria misto. Regioni comuni e enti locali dovranno trasferire presso la Tesoreria unica
statale tutte le loro giacenze di cassa. Il passaggio avverrà  in due tranche.

Banche    


Il mutuo sarà  “portabile” e rinegoziabile senza addebiti. Per sottoscriverne uno non sarà  più necessario avere un conto corrente. Banche obbligate ad almeno due preventivi assicurativi per le polizze sulla vita legate ai mutui.

Farmacie    


Sono in arrivo 5mila nuovi esercizi. I farmaci che saranno “delistati” dalla fascia C si potranno comprare in tutte le parafarmacie. Sì alle medicine monodose. Ci sarà  una farmacia ogni 3.300 abitanti.

Eni Snam    


entro il settembre del 2013 la rete Snam dovrà  essere separata dall’Eni. Una misura che consentirà  di favorire gli investimenti e nello stesso tempo portare a un taglio dei costi nel settore del gas.

Taxi    


saranno i Comuni a fissare il numero delle licenze dei taxi. La decisione però sarà  presa sull’analisi dell’Autorità  dei trasporti, che fornirà  un parere non vincolante, ma che, se disatteso, potrà  essere impugnato al Tar dall’Autorità .

 


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