L’inflazione colpisce le famiglie: + 4,5% il «carrello della spesa»

by Editore | 14 Marzo 2012 9:54

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Tuttavia, per i beni ad acquisto più frequente – i beni essenziali – l’aumento tendenziale è del 4,5%. Su base mensile l’incremento è stato dello 0,4%, mentre nell’ultimo trimestre i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,1%. A questo punto, l’inflazione acquisita per il 2012 (ammesso che fino alla fine dell’anno non ci siano più aumenti) è pari all’1,9%. L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende al 2,2% dal 2,3% di gennaio, mentre al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale al 2,3% dal 2,2% di gennaio.
A cosa si deve questa accelerata dell’inflazione? Secondo l’Istat dall’aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+4,2%, dal +3,9% di gennaio), soltanto in parte compensato dalla flessione di quello dei servizi (+2,2%, dal +2,3% del mese precedente). A febbraio, da un punto di vista settoriale, i più rilevanti effetti di sostegno alla dinamica congiunturale dell’indice generale derivano dagli alimentari non lavorati e dai beni energetici non regolamentati (per entrambi +1,7%). I maggiori incrementi congiunturali dei prezzi a febbraio riguardano i trasporti (+0,9%), i prodotti alimentari e le bevande analcoliche (+0,8%) e gli spettacoli e la cultura (+0,6%). Su base annua, i maggiori tassi di crescita interessano sempre il settore dei trasporti (+7,5%), l’abitazione, acqua, elettricità  e combustibili (+7,2%) e le bevande alcoliche e tabacchi (+6,1%). Mentre i prezzi delle comunicazioni e dei servizi sanitari e spese per la salute risultano in flessione: rispettivamente del 2,4% e dello 0,1%.
Tornando ai beni dei prodotti di acquisto più frequente, il cosiddetto «carrello della spesa», l’aumento su base mensile è stato dello 0,7%. Analizzando singoli prodotti, sul fronte energia, oltre a benzina e diesel, si evidenzia l’aumento dei prezzi del gas naturale (+15,6% in termini tendenziali) e del prezzo del gasolio per riscaldamento (+14,4% su base annua). Quanto al capitolo trasporti, si registrano aumenti congiunturali consistenti per i prezzi del trasporto aereo passeggeri (+6,4%), che crescono su base tendenziale dell’11,3% (era +8,2% a gennaio). Inoltre, tra gli alimentari, non si arresta la corsa del caffè (+14,6%).
Tra i prodotti con maggiori aumenti tendenziali, c’è la benzina: 2,0% nel mese e 18,6% 1 (+17,4% gennaio). Va ancora peggio per il gasolio per i mezzi di trasporto sale del 25,5% in termini tendenziali, il rialzo maggiore dal luglio del 2008, e dell’1,4% nel mese. Sul prezzo dei carburanti incide l’aumento delle quotazioni internazionali del petrolio e delle benzine, la flessione dell’euro, ma soprattutto la maggiore imposizione fiscale voluta prima da Berlusconi e Tremonti e poi da Monti. Sul fronte energetico è anche forte l’aumento dei prezzi del gas naturale (+15,6% in termini tendenziali) e del prezzo del gasolio per riscaldamento (+14,4% su base annua). Aumenti notevoli anche per le verdure fresche: +8,7% nel mese a causa – spiega l’Istat – della serrata degli autotrasportatori, di fine gennaio, e degli eventi climatici sfavorevoli, ovvero la gelata dei primi giorni di febbraio.
A livello di singole città , o meglio dei capoluoghi di regione, le variazioni non sono omogenee, ma molto differenziate: le città  più care sono Potenza (+5,3%), Venezia (+4,4%) e L’Aquila (+4,1%). Le variazioni più moderate riguardano, invece, Firenze (+2,8%) e Perugia (+2,9%). Ovviamente si tratta di variazioni negli ultimi 12 mesi e questo, ovviamente non significa che in assoluto Potenza sia la città  più cara d’Italia e Firenze la più economica.

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