«Li abbiamo informati», Londra trascura Roma

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Il giornalista spiega che «secondo un testimone oculare, la battaglia è iniziata alle nove del mattino ed è finita molto dopo il mio arrivo, direi attorno alle sette e mezza di sera». Per riuscire ad arrestare i rapitori «si è usato anche un blindato, quindi si è dato fuoco alla parte posteriore della casa, e probabilmente questo ha aiutato, perché successivamente i militari sono riusciti a entrare nella casa arrestando i rapitori che erano ancora in vita».
«Chi sono i rapitori di Lamolinara e McManus? – chiede il conduttore del notiziario africano della Bbc – si tratta di Boko Haram o di Al Qaeda?». Tangaza risponde: «Qui non c’è alcuna indicazione che vada in questo senso, anche alcune fonti di sicurezza locali ne dubitano». 
In effetti, dalla storia del gruppo fondamentalista islamico Boko Haram, fondato nel 2002, emerge una strategia diversa: gli estremisti, sognando di imporre un califfato islamica nel cuore dell’Africa, avevano finora preferito attacchi spettacolari, contro stazioni di polizia o la sede delle Nazioni unite. Rapimenti e riscatti mostrerebbero un cambio di rotta.
Perché la Gran Bretagna ha autorizzato un’operazione tanto rischiosa in pieno giorno? E perché non ha condiviso con l’Italia la decisione di intervenire? Nonostante silenzi e imbarazzi, appare chiaro che Londra abbia trascurato gli italiani. Certo, probabilmente un avvertimento all’inizio del raid c’è stato, così come nei mesi scorsi si erano discusse le diverse opzioni per liberare i due ingegneri. Alla fine, comunque, Downing Street è andata avanti senza chiedere il parere del premier italiano Mario Monti.
Ieri il giornale britannico The Independent ha riportato alcuni passaggi di una conferenza stampa a Westminister, durante la quale i cronisti hanno chiesto una reazione di Cameron. «Siamo stati in contatto con gli italiani regolarmente negli ultimi nove mesi (di prigionia per Lamolinara e McManus, ndr) – ha riferito un portavoce – abbiamo avuto molti, molti incontri in Gran Bretagna (…) e l’opzione del salvataggio era sempre presente». Il ministro della difesa britannico, Philip Hammond, ha detto in tv che «il governo italiano è stato informato» anche se poi, messo all’angolo dalle domande della Bbc, ha precisato che gli italiani «erano stati informati, ma non penso che abbiano approvato nello specifico» l’operazione.
Il Daily Telegraph, quotidiano conservatore vicino al governo di David Cameron, ha sottolineato che Roma e Londra hanno approcci diversi quando i loro cittadini vengono rapiti. «C’è una differenza fondamentale tra l’approccio del governo britannico e quello del governo italiano sugli ostaggi – ha scritto il responsabile per gli esteri del giornale, David Blair -, i britannici dicono che non negoziano e non considerano pagamenti di riscatti, mentre gli italiani hanno una tendenza ad adottare un atteggiamento, diciamo, più pragmatico». Il giornalista si chiede: «Se hai un alleato con questa reputazione, lo includi nella decisione di lanciare una mission rischiosa di soccorso?». Anche se poi comunque, precisa di «non aver prove che ci sia stata una decisione deliberata di escludere l’Italia».
Ad ogni modo, una fonte di intelligence citata dallo stesso Telegraph fa capire che i britannici avrebbero tentato la strada delle trattative: «Le richieste (dei rapitori) cambiavano continuamente – ha raccontato uno 007 che ha chiesto di rimanere anonimo -, volevano il rilascio di prigionieri da parte del governo nigeriano, ma non riuscivano a decidere quali prigionieri fossero». Seguendo questa pista, sembrerebbe quindi probabile che i rapitori fossero in effetti gli estremisti di Boko Haram.


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