“Mi ha telefonato il loro capo vogliono i leader politici liberi”

by Editore | 18 Marzo 2012 15:18

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Direttore del canale televisivo Ndtv Orissa e giornalista tra i più esperti della guerriglia definita dal premier Singh «la più grave minaccia alla sicurezza dell’India», Sampad Mahapatra riceve spesso dalle fila del movimento maoista proclami via telefono. Annunci per reclamare attentati contro caserme. Proclami su imboscate alle forze di sicurezze. Azioni, ribadiscono, sempre in difesa delle popolazioni tribali e dei loro diritti negati. L’ultima telefonata, ieri: alle 23.50 (19.20 ore italiane) lo hanno avvertito del rapimento dei nostri due turisti italiani. 
Direttore, cosa le hanno detto?
«La chiamata proveniva da Sabyasachi (Panda, ndr.), uno dei massimi leader del movimento maoista in questa regione. Ha detto di aver rapito due turisti italiani, di nome P.B e C.C., nella zona di Kandhamal. Un’aria fitta di foreste, abitata da poveri tribali».
Un annuncio attendibile?
«Direi proprio di sì. Ma non credo che gli faranno del male, li conosco».
Hanno fornito una motivazione?
«Hanno sostenuto che i due italiani avevano fatto “azioni riprovevoli” nei confronti di alcune donne tribali».
Cosa chiedono?
«Il rilascio di tutti i detenuti accusati di appoggiare il movimento naxalita. E lo stop a Green Hunt, l’operazione composta da forze paramilitari e polizia che punta a porre fine alla guerriglia».
Difficile che il governo fermi l’operazione, non crede? 
«Sono d’accordo. Ma il rapimento di due turisti stranieri è un fatto inedito e serve proprio ad ottenere più ascolto possibile presso il governo di Nuova Delhi».
Il luogo del rapimento, Kandhamal: è una meta turistica alquanto insolita.
«È vero, forse proprio per questo i due stranieri hanno attirato l’attenzione dei guerriglieri. Tra l’altro, proprio per via di Green Hunt, tre settimane fa le autorità  avevano emesso un’ordinanza che vieta ai turisti di recarsi in zone dell’Orissa come quella senza un permesso ufficiale».
Kandhamal nel 2008 è stato teatro di feroci scontri interreligiosi, con cristiani arsi vivi da radicali indù. Potrebbe esserci un legame con il rapimento, vista la nazionalità  italiana degli ostaggi.
«Non credo, i maoisti hanno buoni rapporti con la comunità  cristiana».
E un legame con il caso dei marò arrestati in Kerala?
«Credo che l’italianità  sia solo una coincidenza».

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