“Pestati dai buttafuori in discoteca perché gay”

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MILANO – Ballavano su un cubo, e lo scandalo sembra sia stato questo: quello spazio, di solito, è riservato alle belle ragazze – le “cubiste” – e non a due omosessuali. «L’addetto alla sicurezza – è il racconto di Marco Coppola – invece di chiederci di scendere, ha tirato giù il mio compagno prendendolo dal collo, urlandogli “frocio” e altre frasi così». Così sabato notte sette gay sarebbero stati «brutalmente pestati» e cacciati dai buttafuori di una discoteca di Luino, in provincia di Varese, sulla sponda lombarda del lago Maggiore. A denunciare l’episodio è lo stesso Coppola, presidente dell’Arcigay di Verbania e membro del direttivo nazionale dell’associazione, che già  in passato ha segnalato altre discriminazioni. E le reazioni sono tutte contro la violenza omofobica: Paola Concia, parlamentare del Pd, presenterà  oggi un’interrogazione ai ministri del Lavoro e dell’Interno. «Nell’agenda del governo Monti il contrasto alla violenza sembra proprio non avere spazio», dice. E Mara Carfagna, ex ministro delle Pari opportunità , spera che «i responsabili siano individuati e giudicati con la massima severità ». 
I gestori della discoteca – il Justin Disco-dinner di Germignaga, frazione di Luino, meta di ragazzi dalla Lombardia, dal Piemonte e dalla vicina Svizzera -però la raccontano diversamente. «Quei ragazzi non sono stati aggrediti dai nostri buttafuori», giura Samuele Lama. Sul profilo facebook della discoteca, poi, i titolari scrivono che «il nostro locale da sempre collabora con altri locali dove lo staff è composto da gay, sono state organizzate serate a tema dimostrando un’assoluta apertura per ogni situazione e realtà ». Ma una delle vittime, Daniel Sarti, assicura: «Io sono stato aggredito dal buttafuori, che al momento dell’arrivo dei carabinieri si è dileguato tornando dopo venti minuti in abiti diversi, dicendo di essere un semplice cliente che mi ha aggredito perché ballavo con la sua ragazza». 
I carabinieri di Varese stanno confrontando le due opposte ricostruzioni. L’addetto alla sorveglianza dice di essere stato aggredito dalla comitiva, composta da uomini e donne, dopo aver chiesto ai ballerini di scendere dal cubo. E se ammette di aver pronunciato insulti – soprattutto nei confronti delle ragazze, ma anche a sfondo omofobico – sostiene di averlo fatto solo in un secondo momento quando il diverbio, dopo la reazione dei ragazzi, è degenerato. Un testimone confermerebbe la versione del gorilla, ma i carabinieri stanno sentendo altre persone che erano presenti. Le vittime sono state medicate in ospedale: i referti parlano di escoriazioni tra i quindici e i venti giorni. «I casi di omofobia in Italia sono in aumento», commenta Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, il numero verde per chiedere aiuto: «Negli ultimi mesi c’è stato un aumento dei contatti, duemila da tutta Italia. Le segnalazioni riguardano soprattutto violenza e abusi nel 38% dei casi e discriminazioni sul lavoro nel 25% delle denunce».


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