Strage neonazista a Tolosa uccisi 3 bimbi e un insegnante

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TOLOSA – «Cosa volete che vi dica? Andate a chiedere al padre che ha visto sua figlia ammazzata con un colpo di pistola alla testa». La collera di un impiegato della scuola ebraica della rue Jules Dalou è la maschera della sofferenza, traduce l’orrore vissuto in questo cortile: tre bambini e il padre di due di loro assassinati a freddo, un ragazzo di diciassette anni in gravi condizioni. A massacrarli è stato un uomo fuggito con uno scooter Yamaha di grossa cilindrata, lo stesso che la settimana scorsa ha ucciso freddamente tre militari, uno a Tolosa e due nella vicina Montauban. Un assassino determinato nella sua lucida follia, che lascia sgomento il paese: è la prima volta che un criminale compie una strage in una scuola francese. Un massacro antisemita che getta una nuova luce sull’uccisione dei tre soldati, due maghrebini e un antillese, e che spinge gli inquirenti a privilegiare la pista neonazista mentre il mondo, dagli Stati Uniti a Israele, esprime emozione e condanna.
Ieri sera, Tolosa era una città  prostrata e sotto assedio, con il piano antiterrorismo portato al livello di massima allerta, una misura mai presa: quattordici compagnie di poliziotti e gendarmi sono arrivate nella notte per pattugliare la città  e i dintorni. Attorno alla scuola Ozar Hatorah la gente ha il volto segnato dalle lacrime. La scuola, che accoglie la media inferiore e superiore, è in un quartiere residenziale, composto da villette con piccoli giardini. Un quartiere abitato dalla classe media, senza storie. L’istituto è di apparenza modesta, l’unica forma di sicurezza è costituita dalle telecamere: tre al cancello d’ingresso, due nel cortile su cui si affacciano i vari edifici. La scena del massacro è stata filmata.
«Insostenibile», dice Nicole Yardeni, presidente del consiglio ebraico della regione. È lei a raccontare ai giornalisti il contenuto dei filmati, interrompendosi spesso per ricacciare in gola le lacrime: «Erano le otto meno quattro minuti. Si vede un uomo che entra. È come un incubo, è come guardare un film dell’orrore. Si vede un uomo che scende da una moto e si mette a sparare. La gente cade e lui entra nel cortile, prende una bambina, gli mette un’arma sulla testa e spara. Scusate, non ce la faccio più a ripeterlo. Ogni volta che lo racconto mi viene voglia di vomitare». La signora Yardeni si fa forza, riprende il suo racconto: «Come si fa a correre dietro a dei bambini? Non ha senso. O meglio ha un senso per lui». L’uomo è irriconoscibile: «Ha il casco e la visiera tirata giù. Lo si vede andar via veloce. È calmo, come qualcuno che uccide un animale».
L’assassino ha ucciso davanti al cancello un’insegnante di religione di trent’anni, Yonatan Sandler, e i suoi due figli di 6 e 3 anni Arieh e Gabriel: aspettavano il pulmino che doveva portarli alla scuola materna ed elementare, che si trova in un altro luogo. All’interno ha giustiziato una bambina di otto anni, Miriam Monsenego, figlia del direttore della scuola. Sono tutti franco-israeliani e le famiglie hanno deciso che verranno sepolti in Israele, dove del resto viveva l’insegnante, venuto in settembre a Tolosa per un soggiorno di due anni. Si è invece salvato un ragazzo di 17 anni: è stato colpito al torace, ma i suoi giorni non sono in pericolo.
L’assassino ha usato due armi: una calibro 9, che si è inceppata, e una calibro 11,43, la sua “firma”, la stessa arma con cui ha ucciso i tre militari. Genitori e ragazzi ripetono lo stesso racconto, gli occhi ancora sbarrati dalla paura, angosciati dall’idea di rivedere sempre quelle immagini terribili. In alcuni c’è la rabbia («Ci colpiscono perché siamo ebrei»), in altri una forma di rassegnazione («Da quando siamo nati sappiamo di poter essere oggetto di violenze»). Ma lo sgomento si legge anche negli occhi della gente del quartiere: «C’è da aver paura a portare i figli a scuola, è un mondo impossibile», dice una signora di mezza età . 
In centro città , mentre nella scuola si fanno uscire i giornalisti e si organizza la veglia funebre, la gente si raccoglie attorno alla sinagoga, che non riesce a contenere tutti quelli che vorrebbero entrare. Molti arrivano con rose bianche, tutti s’interrogano sui moventi del folle, si chiedono chi possa essere il killer e quali siano le sue motivazioni. Arrivano anche i politici, primo fra tutti il presidente della Repubblica, arrivato prima di mezzogiorno a esprimere il cordoglio del paese e ad annunciare un minuto di silenzio, stamani alle undici, in tutte le scuole francesi. Dopo di lui arriva il candidato socialista, Franà§ois Hollande. La campagna elettorale è sospesa almeno fino a mercoledì, quando Nicolas Sarkozy verrà  a presiedere la cerimonia funebre per i militari uccisi la settimana scorsa. Stamani, mentre nelle scuole si osserverà  un minuto di silenzio, gli abitanti di Tolosa si raccoglieranno sulla place du Capitole, davanti al municipio. In silenzio. Tolosa piange i suoi morti con discrezione, mentre in tutto il paese si moltiplicano le celebrazioni religiose: ieri sera, tutta la classe politica era presente a una funzione religiosa nella più grande sinagoga della capitale.


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