Tra appalti e escort il tramonto di un sogno

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ROMA Lo dice sottovoce Alessandro Laterza, casa editrice alle spalle e un impegno nazionale in Confindustria: «Siamo al tramonto del grande sogno della Primavera pugliese».
Lascia sgomenti lo stillicidio di arresti che da due anni stanno distruggendo la «diversità » pugliese. Hanno voglia a dire «i sognatori» che si tratta di una «catena di eventi diversi tra loro». Precisando che un conto è Bari e un altro la Puglia, per dire che Michele Emiliano il sindaco e Nichi Vendola il governatore non sono la stessa cosa.
Sarà  pure vero, ma quello che conta è che quella Primavera si sta trasformando in un’arida stagione di incomprensioni, di sgambetti, guerre fratricide che si combattono a suon di mandati di cattura. E soprattutto di generali, Nichi Vendola e Michele Emiliano, che stanno lavorando per cambiare territori e praterie. Il primo, proiettandosi in uno scenario nazionale di leader di un possibile schieramento. Il secondo che si è candidato governatore della Puglia e si ritrova in sintonia con il protagonismo del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, in un’opera di rifondazione di uno schieramento di sinistra.
La Bari levantina dei grandi commerci e delle cordate di costruttori (la famiglia Matarrese in testa ma anche gli «illuminati» Dioguardi) che negli anni Ottanta che avevano creato le premesse della grande Puglia, la «California del Sud», oggi mostra la fiacca.
Ricordate Patrizia D’Addario e Gianpi Tarantini? Una epopea fatta di escort e montagne di cocaina, di appalti e di soldi. Quella Bari e quella Puglia molto milanese, alla fine ha contagiato anche gli ex comunisti pugliesi. Perché in quella storia di sanità  malata che Tarantini ha incarnato, è finito in carcere il dalemiano Sandro Frisullo, assessore regionale della giunta Vendola. Ma nei guai (il Senato non ha dato l’autorizzazione), sempre per gli affari nella sanità  pubblica e privata, è finito anche l’ex assessore alla Sanità  della giunta Vendola, il senatore Alberto Tedesco, ex socialista passato al Pd e approdato adesso al gruppo misto di palazzo Madama.
E oggi, un altro consigliere regionale del Pd, l’imprenditore, Gerardo Degennaro, è finito in carcere per una storia di corruzione e di truffe. Ottanta indagati tra imprenditori, professionisti e pubblici dipendenti.
Degennaro vuol dire Emiliano, il sindaco di Bari. La nipote dell’imprenditore arrestato fino a qualche mese fa è stata assessore della giunta Emiliano (si è dimessa quando dagli spifferi dalla Procura si è diffusa la notizia dell’inchiesta in corso). Ma il sindaco si difende: «I fatti contestati riguardano il periodo precedente al suo impegno in politica. Gli arrestati burocrati del comune o della Regione erano ai loro posti anche quando c’era il sindaco del centrodestra, Di Cagno Abbrescia, o il governatore Fitto».
Sarà  pure vero, come dice Emiliano. Ma intanto la Fondazione Petruzzelli gestita dal sindaco è stata commissariata. E la Puglia della «narrazione» vendoliana è ammutolita. Anche il carcere distrugge i sogni.


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