Usa e Francia riprovano Nuova risoluzione Onu

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Sul terreno, in Siria, la tragedia quotidiana va avanti, con racconti contrapposti e inverificabili, come sempre, a seconda da dove vengano. Ieri le forze governative hanno lanciato un’offensiva anche terrestre per cercare di entrare nel quartiere ribelle di Bab Amro, a Homs, sottoposto dal 4 febbraio a incessanti bombardamenti. 
Al Palazzo di vetro newyorkese dell’Onu sono cominciati i negoziati sulla bozza di una nuova risoluzione da sottoporre al Consiglio di sicurezza. La risioluzione, messa a punto da Francia e Usa, questa volta pare sia focalizzata sull’accesso degli aiuti umanitari in Siria e sulla fine della violenza. L’obiettivo è quello di evitare che Russia e Cina rimettano il veto come è accaduto sul testo presentato il 4 febbraio, che lasciava aperta la porta a un intervento anche militare e a un «regime change» eterodiretto. Ieri il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ha detto, nel corso di una telefonata con il segretario della Lega araba, Nabil al Araby, che la Cina sostiene gli sforzi della comunità  internazionale per inviare aiuti alla Siria. Un segnale? Un altro segnale viene da Damasco che ha rifiutato il visto alla responsabile Onu per le operazioni umanitarie, Valeri Amos. Alla sede dell’Onu è arrivato l’ inviato speciale per la Siria, Kofi Annan, che ha ricevuto l’invito a recarsi a Mosca (un altro segnale?). 
Ieri il premier britannico Cameron ha confermato che il fotografo Paul Conroy, ferito mercoledì scorso nel bombardamento in cui hanno perso la vita la giornalista americana Marie Colvin e il fotografo francese Remi Ochlik, è arrivato martedì sera a Beirut dopo un’operazione di salvataggio misteriosa e pare sanguinosa (13 degli oppositori che gli avrebbero fatto passare il confine sarebbero rimasti uccisi). La Francese Edith Bouvier, di Le Figaro, ferita, invece sarebbe ancora a Homs. Con lei resterebbe nella città  sotto le bombe un altro fotografo francese, William Daniels, mentre la tv al Arabyia ieri ha detto che un gruppo di giornalisti, fra cui lo spagnolo Javier Espinosa, di El Mundo, è riuscito ad arrivare a Beirut. Ovviamente opposta la versione del governo siriano secondo cui i ripetuti tentativi di evacuare i giornalisti (e i corpi dei due uccisi) sarebbero stati ostacolati e impediti da «uomini armati».
Il nuovo governo libico ha annunciato un dono di 100 milioni di dollari in «aiuti umanitari» agli insorti siriani. Un sito jihadista ha postato un video in cui un «Fronte al Nusra per la liberazione del Levante» rivendica i sanguinosi attentati recenti a Damasco e Aleppe, e lancia un appello ai siriani perché si uniscano «alla guerra santa» contro Assad.


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