Volkswagen, utile record di 15 miliardi

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WOLFSBURG – Ci sono anche “Cipputi” felici, nell’Europa della crisi dell’euro. E il loro padrone vede volare gli utili, esalta la concertazione e il capitalismo delle responsabilità  sociali ed ecologiche, e annuncia un premio di 7500 euro a ogni operaio. Benvenuti quassù nella fredda, ventosa Bassa Sassonia: la Volkswagen, il gigante dell’auto, alla sua conferenza di bilancio ha presentato dati da record per il 2011 della tempesta perfetta. Continua a crescere, conferma l’obiettivo: sorpassata già  Toyota nelle vendite, nel 2018 vuole strappare a General Motors il posto di numero uno mondiale delle quattro ruote. E Audi, il suo marchio premium che negli Usa batte Mercedes, tratta per acquisire la Ducati. Sorrisi accennati, soddisfazione senza arroganza, understatement nordico. Così l’ad Martin Winterkorn, il responsabile finanziario Hans Dieter Poetsch e gli altri membri del vertice hanno presentato le cifre del trionfo. E’una storia che racconta nei fatti quant’è diverso da altri il capitalismo tedesco.
Oltre 8,3 milioni di auto vendute, cioè un aumento a livello mondiale del 25,6%. Utili netti più che raddoppiati, da 7,14 a oltre 15, e utili operativi cresciuti del 57,8%. Crescita su tutti i mercati, anche nell’Europa dove l’economia frena o arretra quasi ovunque: più 8,6% in Europa occidentale, più 29,4% nell’Europa centrale e dell’est trainate dalle locomotive tedesca e polacca. Vendite in miniaumento (più 1,6%) persino in Italia dove il mercato globale dell’auto è calato del 20%. E crescita impetuosa sui mercati più dinamici: più 21,4% in Nordamerica, più 20% in Asia, più 17,4% nella sola Cina, più 109,3% in India.
La torta cresce, aumentano le retribuzioni. Quella di Winterkorn è raddoppiata, oltre 17 milioni, il manager meglio pagato di Germania. «Più che meritato, facciamo economia reale, vendiamo manufatti e creiamo lavoro, non giochiamo con stock options», dice Poetsch. Ma crescono le retribuzioni operaie, sia col premio una tantum sia con gli aumenti annunciati per il rinnovo del contratto: la potente IgMetall chiede il 6,5%, Vw si dice sia disposta a concedere quasi il 4. E cresce l’occupazione, 502mila dipendenti nel mondo. Nuovi investimenti, non delocalizzazione. «Ma quel che conta è una crescita solida, durevole. Soddisfare i clienti, e non dimenticare mai che il miglior esperto-giudice della qualità  del prodotto è l’operaio alla catena di montaggio» sottolinea Winterkorn. L’integrazione con Porsche andrà  avanti. La liquidità  di oltre 17 miliardi consentirà  investimenti giganti in Cina e altrove. Col lancio di 40 nuovi modelli solo quest’anno, in cui Vw vuole ripetere o migliorare i dati 2011. E nella nuova piattaforma comune flessibile: chassis comune ma con dimensioni variabili, adattabile per auto a benzina o diesel, utilitarie o di lusso, ibride o elettriche, d’ogni modello. Mai accontentarsi: puntare sempre alla qualità , e a essere un top employer, un datore di lavoro ideale. Non è filantropia, ma investimento che rende. Ad aprile, prossima scelta: la moglie dell’uomo forte Ferdinand Piech, Ursula, potrebbe entrare nel consiglio di sorveglianza. Ma solo col sì del sindacato.


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