1 Maggio, Alemanno batte cassa

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Pochi giorni fa i sindacati, che da 21 anni organizzano l’evento, hanno ricevuto per la prima volta una lettera da parte del Campidoglio con la quale si richiede il pagamento delle spese per i servizi che il Comune dovrà  allestire in occasione della festa. Altrimenti niente autorizzazione all’uso della piazza. Richiesta arrivata quando mancano ormai pochi giorni all’evento e quindi notevolmente in ritardo, tanto più se si considera che i lavori per l’allestimento del megapalco che dovrà  ospitare gli artisti sono cominciati il 21 aprile scorso. L’elenco messo giù dal Campidoglio è lungo e dettagliato e a ogni voce corrisponde una cifra stabilita in base alle spese sostenute in occasione del concertone dello scorso anno. Si va dal contratto con l’Ama per la pulizia delle strade e per la fornitura di 200 bagni chimici, all’organizzazione di speciali linee degli autobus, al servizio 118, agli straordinari per i vigili urbani messi in campo per l’occasione. Fatta la somma, il conto è salato: 240 mila euro, chiesti a Cgil, Cisl e Uil con la seguente motivazione: il concerto del 1 Maggio non è una scadenza sindacale ma un evento mediatico che gode di sponsor e i cui diritti televisivi sono stati venduti alla Rai. Quindi… «Una polemica inutile» «E’ dal 1991 che organizziamo il concerto, e nessuno ci ha mai chiesto di pagare nulla. E’ chiaro che Alemanno solleva questa polemica inutile solo perché vuole nascondere i veri problemi di Roma» replica secco Marco Di Luccio, responsabile del dipartimento organizzazione della Cgil. Che si chiede: «Cosa farà  il sindaco, manderà  l’esercito per impedire che il concerto si svolga?». L’idea della Festa del 1 Maggio come di un’iniziativa privata o esclusivamente del sindacato non va giù alla Cgil. «Dopo tanti anni tutti sanno cosa rappresenta il concerto di piazza San Giovanni», prosegue Di Luccio. «Se milioni di persone seguono l’evento in televisione, se gli sponsor e la Rai sono disposti a pagare per esserci, evidentemente questo significa che si tratta di un’occasione importante anche per Roma, che ne guadagna in prestigio e dal punto di vista economico, visto che centinaia di migliaia di persone arrivano in città  e spendono durate il loro soggiorno». Degli eventuali guadagni o perdite, poi, il sindacato non vede un centesimo. L’appalto per l’organizzazione del concerto è affidato infatti a una società , la Anyway, che cura tutto l’evento, dal pagamento degli artisti alla vendita dei diritti. «E comunque la crisi vale per tutti, anche per gli sponsor che quest’anno sono più difficili da trovare. Mentre la Rai ogni anno paga di meno per i diritti televisivi», prosegue Di Luccio. «Noi stiamo celebrando un valore difeso dalla Costituzione come il lavoro, la nostra non è certo una festa privata. Allora quando il Papa raduna in piazza San Pietro decine di migliaia di fedeli Alemanno che fa, manda il conto degli straordinari dei vigili al Vaticano?».


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