Concordia, l’appalto a ditta Usa

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L’operazione di recupero non prevede di tagliare la gigantesca nave crociera, lunga quasi 300 metri, che verrà  invece “ricucita” e riportata in linea di galleggiamento, per poi essere trasportata in un bacino di carenaggio per la demolizione finale. I lavori inizieranno nelle prossime settimane e dovrebbero durare un intero anno, almeno secondo il piano elaborato dagli tecnici di Titan Salvage e dell’ingegnere Giovanni Ceccarelli di Micoperi, che fra le tante è stato uno dei creatori di +39 e Mascalzone Latino per la Coppa America. La società  statunitense che ha vinto l’appalto fa parte del gruppo Crowley, leader mondiale nel recupero dei relitti, mentre Micoperi è specializzata in ingegneria subacquea. Il piano di rimozione è stato scelto da un comitato di valutazione composto da rappresentanti della Costa Crociere e della Carnival Corporation, insieme ai tecnici del London Offshore Consultants e agli assicuratori di Standard P&I Club. «Nonostante tutti i sei piani arrivati entro la scadenza del 3 marzo 2012 fossero di elevata qualità  – ha puntualizzato la Costa Crociere – il comitato di valutazione ha preferito quello di Titan Salvage e Micoperi perché risponde maggiormente ai requisiti richiesti: rimozione intera del relitto; minor impatto ambientale possibile; salvaguardia delle attività  turistiche ed economiche del Giglio; massima sicurezza degli interventi». Sul filo di lana Il consorzio vincitore ha superato fra gli altri il progetto di recupero studiato dai livornesi di Neri e dagli olandesi di Smit Salvage, cioè dalla coppia di imprese che è stata in grado di svuotare a tempo record i depositi delle acque nere e le 2.300 tonnellate di carburante stivate nei serbatoi della Concordia. Al momento Smit Salvage e Neri stanno continuando a lavorare nello specchio d’acqua antistante il porto del Giglio per portare via dal fondale marino i materiali e gli oggetti fuoriusciti dalla nave dopo il naufragio del 13 gennaio. «In questo lavoro – spiega Corrado Neri – andremo avanti sicuramente fino a metà  maggio». Delusi ma neanche troppo per aver perso, sul filo di lana, una gara d’appalto dove sulla scelta finale può aver pesato anche l’input politico della multinazionale a stelle e strisce Carnival, proprietaria della Costa Crociere, a favore dei compatrioti di Titan Salvage, che hanno battuto fra gli altri anche la società  olandese Mammoet, famosa per il recupero del sommergibile russo Kursk. La base operativa di Titan-Micoperi non sarà  al Giglio ma nei pressi di Civitavecchia, in modo da evitare qualsiasi impatto sulle attività  del porto turistico dell’isola. Resta invece ancora aperta la questione dei lavori di smantellamento del relitto e del recupero dei materiali. Sul punto il sindaco gigliese Sergio Ortelli auspica «che la Toscana possa dare un contributo alle operazioni con il suo know how », ad esempio col porto di Livorno che è il più vicino fra quelli in grado di accogliere il gigantesco relitto, come rileva anche Enrico Rossi: «Mi batterò perché il lavoro di smantellamento resti in Toscana: per ragioni di giustizia, per ragioni ambientali e anche per buon senso».


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