Il cardinal Poletti e Renatino

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A rivelarlo è il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, in una lettera a Walter Veltroni, in cui il ministro ha in parte rettificato quello che lei stessa aveva detto mercoledì scorso alla Camera, rispondendo all’ex segretario del Pd durante il question time: la basilica di S. Apollinare «non è territorio dello Stato Città  del Vaticano», scrive il ministro, giustificando l’errore perché così era stato riportato in un «rapporto di polizia» del tempo. Non è territorio vaticano, tuttavia la chiesa gode di un particolare «privilegio di extraterritorialità », che «si traduce nel riconoscimento alla Santa Sede della facoltà  di dare all’immobile l’assetto che creda, senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di Autorità  governative, provinciali, comunali italiane». Ed ecco spiegato perché, una volta trasferita la salma, la tumulazione del boss è potuta avvenire senza ulteriori autorizzazioni. Il ministro, sulla base di nuovi documenti, precisa la tempistica: il 10 marzo 1990 il cardinal Poletti «rilasciava il nulla osta della Santa Sede alla tumulazione della salma di De Pedis nella basilica di S. Apollinare». Si sapeva benissimo chi fosse “Renatino” – ucciso poco più di un mese prima, il 2 febbraio, nella centralissima via del Pellegrino, per un regolamento di conti interno alla Banda -, eppure Poletti, anche su richiesta di mons. Pietro Vergari, rettore di S. Apollinare, che presentò il boss come «un grande benefattore», autorizzò la sepoltura: una vicenda oscura che, secondo alcuni, si intreccia anche con il rapimento di Emanuela Orlandi. Il 20 marzo, spiega il ministro, di nuovo mons. Vergari attesta che S. Apollinare è soggetta al regime giuridico di extraterritorialità , e tre giorni dopo la famiglia De Pedis ottiene dal Comune di Roma – era sindaco il socialista Franco Carraro – l’autorizzazione «all’estumulazione della salma» dal Verano e «l’assistenza sanitaria per la traslazione nella basilica di S. Apollinare, Stato Città  del Vaticano». Il 24 aprile arriva anche «l’autorizzazione al trasporto della salma da Roma a Città  del Vaticano». Una doppia illegalità , benedetta da Poletti e ratificata dal Comune, per una velocissima sepoltura di un defunto “illustre”. «Ritengo di informare l’Autorità  giudiziaria delle evidenze emerse», conclude Cancellieri. E chissà  se arriverà  anche qualche barlume di verità  .


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