by Editore | 12 Aprile 2012 7:05
ROMA – Si prevedono nuovi cambiamenti per l’Imu. Trai 400 emendamenti presentati ieri in Commissione Finanze della Camera al decreto fiscale, spuntano rateizzazioni, alleggerimenti per gli anziani degenti nelle case di riposo e la completa esenzione per il biennio 2012-2013 per le abitazioni dell’Aquila.
Il presidente della Commissione e relatore Gianfranco Conte (Pdl) per ora non ha presentato emendamenti ma giudica il provvedimento «non blindato». Intanto avanza il pressing del leader del Pdl Alfano che potrebbe incontrare Monti per sostenere la rateizzazione dell’Imu (si parla di 3-4 rate rispetto alle attuali 2 da pagare entro il 31 dicembre di quest’anno) e il «declassamento» dell’imposta ad una tantum. Il Pd che ha presentato gli emendamenti per le zone terremotate dell’Aquila, non sarebbe contrario alla rateizzazione considerando che non dovrebbero esserci problemi di copertura.
In primo piano resta il problema degli anziani in casa di riposo o in Rsa (strutture per malati terminali): costoro vengono considerati residenti abitualmente nelle strutture dove soggiornano, ovvero nelle case di riposo, e di conseguenza la propria abitazione viene paradossalmente accreditata come prima casa. I Comuni in verità potrebbero considerare queste abitazioni come seconde case, ma non sono obbligati: una norma li obbligherebbe a classificarle case come «seconde» (e non come «prime») risolvendo una situazione che riguarderebbe 300 mila casi.
Il decreto, composto da 14 articoli assai densi di commi, ha recepito già al Senato alcuni ammorbidimenti della stangata Imu (pari a circa 11 miliardi tra ritorno della prima casa e aumento della base imponibile del 60 per cento). La novità più importante è che la prima rata del 18 giugno si pagherà con le aliquote base (4 per mille prima casa e 7,6 per mille seconda casa) e detrazione annessa per evitare ingorghi. Molti Comuni infatti prevedono aumenti (già 13 li hanno messi in canna) che potranno essere computati in sede di saldo a fine anno.
Inoltre sono stati inseriti alleggerimenti per gli edifici storico-artistici (al 50 per cento), esenzione per gli stabili fatiscenti, esenzione per i fabbricati rurali strumentali di montagna, dilazione fino al termine dell’anno per i terreni agricoli non ancora iscritti al catasto e limature per i coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola.
Eliminata anche la quota di spettanza dello Stato degli immobili posseduti dai Comuni.
Ieri anche le Fondazioni bancarie sono scese in campo sulla questione-Imu dopo che l’Idv aveva proposto un emendamento per sottoporre a tassazione anche i loro immobili.
«Non c’è nessun beneficio per le Fondazioni, la tassazione Imu è uguale per noi come per gli enti no profit», ha replicato Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri. Guzzetti ha ricordato che solo il 2,1 per cento del patrimonio delle Fondazioni è investito in immobili e di questo solo una quota minimale è destinata all’attività filantropica e quindi esente dal pagamento dell’Imu.
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